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Per il gruppo si tratta di “misure draconiane che mettono a rischio intere filiere produttive”. Tra le conseguenze previste anche minore igiene e praticità, ma aumento dei costi. La denuncia in occasione di Macfrut 2024, l'evento a Rimini Expo Centre, punto di riferimento per i professionisti del settore ortofrutticolo in Italia e all'estero.

Il gruppo Pro Food sostiene che per “arrivare a un modesto risparmio dello 0,68% di emissioni di CO2 previsto dall’applicazione di tutto il PPWR si mettono a rischio intere filiere produttive” e contesta “la messa al bando delle vaschette in PET che contengono già oggi il 70% di riciclato e sono riciclabili, cioè ben oltre quanto previsto per il 2040 dallo stesso PPWR”.

Per Pro Food il testo europeo “non tiene conto delle critiche mosse al PPWR e di fatto vieta gli imballaggi per ortofrutta, danneggiando così non solo il comparto dei produttori di imballaggi in plastica, (un’eccellenza tutta italiana leader in Europa in questo settore), ma tutta la catena del valore fino al consumatore finale. Una scelta che danneggia anche l’intero, virtuoso sistema del riciclo”.

Tra gli effetti negativi previsti dall’adozione delle misure del PPWR, Profood prevede “una riduzione della shelf life perché gli imballaggi in plastica prolungano la vita dei prodotti e la loro eliminazione porterà, oltre ad una riduzione del raggio d’esportazione delle eccellenze ortofrutticole italiane, un ulteriore aumento dello spreco alimentare che nel 2023 ha già superato 4,2 milioni di ton per un valore di 13,2 miliardi di euro. Minore igiene e sicurezza alimentare che la vendita di prodotti sfusi non può garantire, aumento dei costi, minore praticità. Per tutta la filiera si renderanno infine necessarie modifiche di processi logistici oggi efficaci ed efficienti”.

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