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Professione
L’editoriale

Il mondo delle imprese alimentari sta attraversando quella che viene definita la “quarta rivoluzione industriale” conosciuta anche con il termine "Industria 4.0" che identifica un modello di produzione e gestione aziendale basato principalmente sulla digitalizzazione. Secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico, grazie al Piano Nazionale Industria (PNI) 4.0 2017 - 2020 che ha favorito gli investimenti privati in tecnologie digitali,  innovazione e R&S, il 60% delle aziende del settore alimentare ha investito in innovazione. 

Oggi il consumatore non guarda più solo agli aspetti legati al gusto del prodotto ma è sempre più orientato agli aspetti nutrizionali, alla sicurezza, alla provenienza della materia prima, agli impatti ambientali dei processi produttivi, alla praticità della confezione, alle informazioni contenute in etichetta.

È in questo contesto che si trovano le ragioni che spingono le aziende alimentari a investire nell’industria 4.0. L’innovazione digitale viene utilizzata per differenziare la qualità di origine dei prodotti ma anche per i prodotti che aderiscono a disciplinari di provenienza e di produzione. Ha impatto sui metodi di produzione al fine di differenziare il prodotto per aspetti legati alle tradizioni agroalimentari, agli impatti ambientali o al rispetto del benessere animale. È utilizzata anche per controllare l’aspetto e le caratteristiche sensoriali del prodotto. Garanzia di sicurezza per i consumatori ma anche per i produttori è la tracciabilità alimentare. Le aziende del Food and Beverage sono sempre più spinte verso l’utilizzo di etichette intelligenti che vedono l’applicazione di tecnologie quali Rfid (Radio-Frequency Identification), Smart-tag e “blockchain” per assicurare la trasparenza della catena alimentare.

La digitalizzazione dell’industria 4.0 ha un ruolo fondamentale anche per combattere le perdite e gli sprechi alimentari. L’analisi dei dati per conoscere le preferenze dei consumatori ottenute tramite app aiutano le aziende a produrre prodotti sempre più in grado di soddisfare le esigenze dei consumatori diminuendo così gli sprechi. L’utilizzo ormai di Internet of Things (IoT) e del Blockchain, consentono invece di migliorare sia i sistemi di approvvigionamento ma anche la raccolta dei dati direttamente sul campo, necessari per prevedere ulteriori modifiche o miglioramenti del prodotto intervenendo in anticipo sulle perdite.

È chiaro che il passaggio a smart delle aziende alimentari può portare a notevoli benefici sia dal punto di vista produttivo che economico. Nonostante ciò molte aziende non hanno ancora affrontato il cambiamento della digitalizzazione per mancanza di risorse economiche o scarsità di informazione e formazione sull’argomento. In questo contesto è chiara l’importanza della figura del Tecnologo Alimentare che supporta le aziende verso il cambiamento individuando la giusta tecnologia orientata alla sostenibilità e alla sicurezza alimentare. Primo passo sarebbe portare l’azienda alimentare all’utilizzo di un piano di autocontrollo automatizzato, utilizzando le tecnologie blockchain e l’iot. Il sistema limiterebbe l’uso delle risorse umane e garantirebbe la tracciabilità dal produttore al consumatore del prodotto. In questa ottica è fondamentale la presenza nel team delle aziende specializzate nella produzione di sistemi di integrazione digitale per il settore alimentare, l’importanza di una competenza tecnica di un professionista come il Tecnologo Alimentare. 

La trasformazione digitale ha tutte le potenzialità per creare sistemi alimentari più resilienti, efficienti e sostenibili ed inoltre è alla base della strategia Farm to Fork dell’UE, passaggio importante per il Green Deal europeo, che ha come obiettivo la sostenibilità dei sistemi alimentari che dovranno adattarsi alle crisi.

In questo scenario la figura del Tecnologo Alimentare oltre che garante della qualità alimentare è il riferimento cui l’azienda alimentare si affida per mantenere la propria competitività sul mercato.