Le più comuni forme di frode sono operazioni di sofisticazione alimentare, con l’aggiunta di sostanze estranee per alterare la naturalezza dell’alimento simulandone la genuinità per coprire difetti o migliorare l’aspetto e l’adulterazione che comporta l’alterazione della struttura originale dell’alimento con conseguente variazione di alcune sue proprietà, come nel caso dell’alcol metilico adulterato al vino per aumentarne il grado alcolico. 

Esiste poi il fenomeno della contraffazione e della falsificazione dei prodotti Made in Italy, un argomento molto sentito e dibattuto, basti pensare che il falso agroalimentare italiano nel mondo frutta circa 100 miliardi di euro.

 

Frodi alimentari nell’uso del claim 

La frode di natura alimentare può essere non necessariamente legata alla metodologia produttiva o a particolari tentativi di alterare specifiche proprietà dell’alimento, quanto alla presenza di possibili claim ingannevoli a livello del prodotto finito presente sul mercato: in questo caso a disciplinare è l’Agcm, acronimo che indica l’Autorità competente garante della concorrenza e del mercato, che interviene ad esempio per un claim come “fatto a mano”, estremamente fuorviante nel caso in cui non esiste per un determinato tipo di alimento un’alternativa artigianale in sede produttiva. Per il Consiglio di Stato l’utilizzo del termine “artigianale” non è ingannevole solo nel caso in cui in determinate fasi di processo di produzione il prodotto siano il risultato di tecniche produttive artigianali e ben diverse dalle logiche comuni legate alle produzioni in larga scala da effettuare nel mondo della grande distribuzione. In questo caso parlare di ‘frode alimentare’ è fuorviante dal momento che il prodotto finito è di ottima qualità e rispetta in pieno gli esigenti standard imposti dalle autorità, ma è sufficiente una comunicazione sleale o ingannevole a gettare cattiva luce sul procedimento produttivo che andrà poi riesaminato con attenzione al fine di trovare eventuali disallineamenti dal punto di vista qualitativo. L’etichettatura del prodotto alimentare svolge da sempre un ruolo fondamentale nella lotta alla contraffazione e al fine di migliorare il livello di protezione della salute dei consumatori e favorire una corretta informazione e scelte alimentari più consapevoli e corrette, si è definito, a livello comunitario, il Regolamento 1924/2006 che disciplina le indicazioni nutrizionali e sulla salute (claim) proposte sulle etichette degli alimenti e/o con la pubblicità.

 

Agropirateria: un problema sempre attuale

Lo scorso febbraio è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il ha approvato un disegno di legge finalizzato a contrastare le agromafie e a tutelare la sicurezza, la salute dei consumatori e il Made in Italy. Il decreto porta diverse novità significative, tra cui l’introduzione del reato di agropirateria e l’inserimento del concetto di tutela del patrimonio agroalimentare, concetto finalmente inserito all’interno del diritto: un ampio lavoro che tende ad armonizzare le numerose leggi complementari uscite negli anni in materia con il codice penale. Sono inoltre previste pene molto severe per quanto riguarda le situazioni riconducibili a falsi di prodotti biologici, considerando il posizionamento prezzo degli articoli stessi e lo sforzo da parte dei produttori per ottenere prodotti certificabili quantificabile in investimenti ingenti in termini di persone e risorse, e a falsi d’indicazione biologica. 

Luca Ilorini

Chimico e divulgatore scientifico

Pin It