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Food Safety
Sicurezza&Qualità

La filiera di produzione degli alimenti per animali domestici ricade nell’ambito normativo della produzione di mangimi con l’utilizzo dei materiali classificati in Categoria 3 (Reg. CE n. 1069/2009, ex 1774/2002).

Questa, in sintesi, è l’insieme dei sottoprodotti di origine animale, idonei al consumo dal punto di vista igienico-sanitario, ma “non destinati al consumo umano per motivi commerciali” (art. 10, lett. a). Nonostante sia ben chiaro il percorso sociopolitico su cui si fonda l’intero pacchetto igiene del settore animale, è impossibile non constatare la difficoltà nel creare, sulla base di questi presupposti, una relazione fiduciaria tra produttore e consumatore. Vi sono tre caratteristiche che rendono particolare quello del settore petfood: 

 

Le certificazioni del petfood in Italia

In una filiera complessa in cui il consumatore reale è rappresentato da un intermediario, gli schemi di certificazione possono giocare un ruolo importante: amplificano l’attenzione sul sistema a tutti gli stakeholders, e soprattutto possono dare evidenza ufficiale ai valori aggiunti ricercati dal consumatore carico di responsabilità.

Incrociando i dati del Ministero della Salute con la banca dati Accredia, si nota che il 36% delle aziende produttrici ha almeno una certificazione (Figura 1), di queste più della metà ha un solo schema (Figura 2), e che in generale lo schema più diffuso (56%) è la ISO 9001 (Figura 3). I dati, le cui percentuali si riferiscono a 72 aziende, non tengono conto delle certificazioni IFS e BRC (non inserite nel database Accredia), anche se generalmente presenti nelle aziende petfood operanti con la GDO.

Opportunità, responsabilità e impegno di filiera

GMP+ nasce in Olanda nel 1992 su iniziativa dell’industria mangimistica a seguito di più o meno gravi incidenti che coinvolsero tutta la filiera di produzione. Nato come schema nazionale, grazie alla sua natura di approccio di filiera e alla collaborazione di importanti partner, ben presto ha assunto caratteri internazionali. È uno schema condiviso, open source e in continua revisione con i partner. In Italia, gli schemi principali della GMP+ (Feed Safety Assurance - FSA) non hanno avuto molto fortuna a causa di caratteristiche strutturali della norma che difficilmente si adattano alla natura di micro-impresa di alcuni fornitori del settore industriale mangimistico. Grazie però all’impegno di GMP+ International, al ruolo di importanti leader di mercato e all’aumento della domanda, si sta invertendo la rotta.

Marco Battaglia

Tecnologo alimentare OTASS, CEO CoFood