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Tecnologie
Lattiero-caseario

Nell’anno horribilis il lattiero caseario nel suo complesso ha retto l’urto dell’emergenza sanitaria registrando solo un lieve calo del fatturato settoriale (-0,6% rispetto al 2019), influenzato dalla tenuta delle vendite sui mercati esteri (-2,1%) nonostante la tipologia dei prodotti, e dal sensibile ridimensionamento dei prodotti di importazione (-11,8% rispetto al 2019).

La produzione del lattiero caseario, primo settore alimentare italiano (rappresenta, da solo, circa l’11,5% del fatturato complessivo dell’industria alimentare) vale nel 2020 poco meno di 15,3 miliardi di euro. I consumi settoriali (14,75 miliardi di euro) registrano una diminuzione (-2,7% rispetto al 2019), dovuta al calo dei prezzi medi dei prodotti finiti per una dinamica del prezzo della materia prima in calo. L’epidemia è esplosa in un periodo, quello primaverile, dove le produzioni di latte in Europa tendono a crescere e ciò ha portato a un eccesso di offerta con i prezzi del latte in tendenziale calo.

L’andamento dei consumi settoriali per segmento

I formaggi concentrano anche la parte preponderante del mercato con quasi il 62% dei consumi settoriali a valore nel 2020 (Grafico 4), seguiti dal latte alimentare nel suo complesso, con un peso maggiore del latte a lunga conservazione (9,2%) rispetto al latte fresco ed ESL (6,1%), seguono yogurt e dessert (9,5%). Contenuta l’incidenza dei consumi di panna (2,1%) e burro (2,1%) confezionati.

Se il mercato nel suo complesso è in ridimensionamento sussistono differenze significative a seconda del segmento. Analizzando nel dettaglio: 

i consumi di burro, a differenza degli anni scorsi, hanno registrato una crescita in termini reali (+1,5% rispetto al 2019), mentre il mercato a valore è in sensibile calo (-6,2%) dovuto al trend fortemente negativo delle quotazioni delle materie grasse.

 

di Luigi Antonio Ferraro

Specialista di analisi competitiva esperto del comparto lattiero-caseario

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