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Tecnologie
Packaging & Tracciabilità

Un nuovo record per il settore, col giro d'affari che raggiunge quota 10,06 miliardi di euro, di cui quasi l’80% fatto da vendite all’estero che cresce del 10%. Nonostante la complessa situazione internazionale, le aziende del settore si mostrano prudentemente ottimiste per il futuro.

L'industria italiana delle macchine automatiche per il confezionamento e l'imballaggio ha superato per la prima volta nella storia la soglia dei 10 miliardi di euro di fatturato, dato che rappresenta una crescita del +9% rispetto all'anno precedente.

I dati, presentati nel corso dell'Assemblea annuale dei Soci di Ucima, si basano sulla 13^ Indagine Statistica Nazionale condotta dal Centro Studi Mecs, uno studio che ha coinvolto 619 aziende del settore, che danno lavoro a 40.503 addetti (+6% sul 2023).

La forza dell’export

Le tecnologie italiane sono apprezzate a livello internazionale per affidabilità, flessibilità e innovazione: lo conferma il fatto che le vendite all'estero hanno raggiunto i 8 miliardi di euro, pari al 79,4% del fatturato complessivo, con una crescita a doppia cifra rispetto all'anno precedente (+10%). L'incremento delle esportazioni, pari a oltre 700 milioni, consolida la posizione del made in Italy nei mercati globali.

Il podio delle destinazioni resta invariato: l'Unione Europea si conferma la principale area di sbocco delle tecnologie italiane per il packaging, con 2,9 miliardi di euro di fatturato e una quota del 35,8% sull'export totale. L'Asia mantiene il secondo posto con un giro d'affari pari a 1,6 miliardi (20,2%), seguita dal Nord America con 1,3 miliardi (16,6%). A seguire, Europa extra UE (768 milioni), Sud America (730 milioni), Africa (573 milioni) e Oceania (122 milioni).

Cresce anche il mercato domestico, con un incremento del +5,2% che ha portato il fatturato Italia a superare i 2 miliardi di euro (2,07 miliardi il consuntivo 2024). La quota di vendite interne si attesta al 20,6% del totale. Il food rimane il principale settore cliente sul territorio nazionale, con una quota del 36,8%, seguito da beverage e farmaceutico.

Il primato del food & beverage

La maggior parte del fatturato proviene dai settori alimentare e delle bevande, che insieme assorbono il 56,1% delle vendite complessive: il food si attesta al primo posto con 3,12 miliardi di euro (31% del fatturato totale), seguito dal beverage con 2,52 miliardi (25,1%). Al terzo posto si colloca il comparto che comprende tissue, tabacco e altri settori con 1,92 miliardi di euro, pari al 19,1% del totale. In forte crescita anche il settore farmaceutico, che raggiunge quota 1,74 miliardi (17,3%).

Le macchine per il packaging primario si confermano la principale voce di fatturato, con una quota pari al 53% del totale, trainata in particolare dalle formatrici-riempitrici-chiuditrici (FFS) che, con 2,24 miliardi di euro, rappresentano da sole il 22,3% del fatturato complessivo, in crescita del 10,3%. Al secondo posto si collocano le riempitrici e dosatrici, con 1,90 miliardi (18,9%, +8,6%). Il packaging secondario, che comprende astucciatrici e incartonatrici, si attesta al 19,9% del fatturato, con una crescita del 6,6%.

L’Emilia-Romagna locomotiva del settore

Se una Packaging Valley esiste, si trova in Emilia che è il cuore produttivo del settore. Qui risiedono 211 aziende (il 34,1% del totale), che generano il 62,1% del fatturato complessivo (oltre 6,2 miliardi) e impiegano oltre 22.300 addetti. Seguono Lombardia, Veneto e Piemonte.

A livello di impiego, nel 2024 il settore ha toccato quota 40.503 addetti, +6% sul 2023. Le nuove assunzioni sono state 2.284.

Le prospettive

Nonostante la complessa situazione internazionale, le aziende del settore si mostrano prudentemente ottimiste. Secondo l'indagine del Centro Studi Mecs - Ucima, il 37,5% delle imprese prevede una crescita del proprio fatturato nel 2025, mentre il 45,8% si attende una stabilità dei volumi. A pesare sulle prospettive future sono soprattutto i fattori di instabilità internazionale, l'evoluzione dei costi energetici e le politiche industriali a livello europeo. Resta comunque forte la fiducia nella capacità del settore di innovare e consolidare la propria posizione sui mercati globali.

"Abbiamo raggiunto un nuovo, storico traguardo - dichiara Riccardo Cavanna, Presidente di Ucima -. Il superamento dei 10 miliardi di euro dimostra ancora una volta la forza del nostro settore. La nostra rete capillare, anche nei mercati più lontani, e la catena del valore ci premiano. L'export continua a trainare, grazie a tecnologie affidabili, competitive e flessibili. Ma non possiamo trascurare le criticità che si affacciano all'orizzonte: guerre, dazi, instabilità energetica, incertezza sugli equilibri geopolitici e una mancanza di politiche industriali chiare. Tutti fattori che potrebbero frenare nuovi investimenti e la competitività delle nostre imprese. È fondamentale che si continui a credere nel manifatturiero italiano e che si garantisca un quadro normativo stabile e favorevole alla crescita".