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Attualità
Salute & Nutrizione

Negli ultimi vent’anni, il mondo ha compiuto passi significativi verso l’accesso universale all’acqua potabile e ai servizi igienici. Tuttavia, il nuovo rapporto congiunto di UNICEF e OMS evidenzia che il cammino verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile è ancora lungo e disseminato di disuguaglianze.

Nel 2024, circa 2,1 miliardi di persone – ovvero una persona su quattro – non hanno ancora accesso ad acqua potabile gestita in modo sicuro. La situazione è ancora più critica per i servizi igienici: 3,4 miliardi di individui vivono senza strutture adeguate, e 354 milioni praticano la defecazione all’aperto. Anche l’igiene personale è compromessa: 1,7 miliardi non dispongono di strutture per lavarsi le mani, e 611 milioni non hanno alcuna possibilità di farlo in casa.

I progressi degli ultimi 10 anni

Dal 2015 al 2024, si sono registrati miglioramenti tangibili. L’accesso globale ad acqua potabile sicura è salito dal 68% al 74%, con un incremento più marcato nelle aree rurali (dal 50% al 60%), mentre le aree urbane sono rimaste stabili all’83%. I servizi igienici sicuri sono passati dal 48% al 58%, con un progresso significativo nelle zone rurali (dal 36% al 49%). L’igiene di base, come il lavaggio delle mani con acqua e sapone, ha raggiunto l’80% della popolazione globale, con un miglioramento notevole nelle aree rurali (dal 52% al 71%).

Le disuguaglianze

Nonostante i progressi, le disuguaglianze restano profonde. Nei Paesi meno sviluppati, la probabilità di non avere accesso ai servizi di base è 2 volte maggiore per acqua potabile e servizi igienici e 3 volte maggiore per strutture igieniche minime. Nei contesti fragili e colpiti da conflitti, la copertura di acqua potabile sicura è inferiore di 38 punti percentuali rispetto ai Paesi stabili. Queste disparità minano la salute pubblica, l’istruzione e lo sviluppo economico.

Il rapporto evidenzia anche l’impatto sproporzionato sulle donne e sulle ragazze. In molte regioni, sono loro a occuparsi della raccolta dell’acqua, spesso percorrendo lunghe distanze ogni giorno. In Africa subsahariana e Asia centrale, questo compito può richiedere oltre 30 minuti al giorno, sottraendo tempo prezioso a scuola, lavoro e vita sociale. Inoltre, la gestione dell’igiene mestruale rimane una sfida: molte adolescenti non hanno accesso a prodotti adeguati, con conseguenze dirette sulla frequenza scolastica e sul benessere psicologico.

Obiettivi 2030

Il messaggio del rapporto è chiaro: senza un’accelerazione significativa, il mondo non riuscirà a garantire l’accesso universale ad acqua potabile, servizi igienici e igiene entro il 2030. Servono investimenti mirati, politiche inclusive e una maggiore attenzione alle comunità più vulnerabili.