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Professione
L’editoriale

“L’industria guarda alla professione del Tecnologo Alimentare con grande stima e anche grande interesse in quanto figura fondamentale nello sviluppo dei prodotti e dell’innovazione”: ha esordito con queste parole Paolo Mascarino, Presidente di Federalimentare, al convegno digitale AlimentiPiù.

“L’industria alimentare ha chiuso il 2023 con un fatturato di 195 miliardi, ponendosi al primo posto delle manifatture in Italia. Risultati da record raggiunti anche nell’export con 53 miliardi; questo valore è raddoppiato nel decennio 2013-2023, un risultato che testimonia quanto l’industria alimentare italiana sia solida e competitiva, grazie anche a prodotti straordinari che vincono sui mercati di tutto il mondo. L’industria alimentare, non considerando il settore primario, si posiziona al secondo posto per numero di imprese e numero di addetti, con circa 480.000 addetti che operano in 60.000 imprese. Il settore è costituito da migliaia di piccole e medie imprese, guidate da imprenditori che guardano al lungo periodo e resistono alle crisi. La caparbietà e il saper fare italiano sono la forza del nostro settore e permettono all’agroalimentare di continuare a crescere.

L’export ha continuato ad avere importanti sviluppi anche nel 2024, registrando nel primo semestre dell’anno scorso una crescita dell’8%, stimando un fatturato complessivo di 58 miliardi di euro. Questo straordinario risultato dell’export compensa la contrazione del fatturato nel mercato nazionale, dovuto all’inflazione e alla conseguente riduzione della capacità di acquisto.

L’industria alimentare ha obiettivi ambiziosi, tra cui quello di raggiungere i 100 miliardi di export, ma si scontra con alcune problematiche. Il nostro Paese, per esempio, è autosufficiente nella produzione delle materie prime solo nella filiera del vino, dell’ortofrutta e nel settore del pollame; al contrario per il settore lattiero-caseario raggiungiamo un’autosufficienza dell’81%, che scende però al 30% per il frumento tenero. Un forte limite allo sviluppo dell’export è, quindi, la reperibilità di materie prime sufficienti per permettere all’industria di trasformare queste materie prime in prodotti straordinari apprezzati in tutto il mondo. Come Federalimentare ci stiamo confrontando con le rappresentanze agricole e con i ministeri competenti per aumentare la capacità produttiva del settore primario. Sicuramente l’innovazione sarà fondamentale per tutelare da eventi climatici estremi, migliorare e incrementare le nostre produzioni nazionali. L’Italia sta spingendo molto a livello europeo per sperimentare le TEA, le tecniche di evoluzione assistita, che permettono di accelerare lo sviluppo delle coltivazioni, rendendole più robuste e più resistenti.

Per combattere l’obesità e le malattie non trasmissibili si vuole regolamentare in maniera molto severa il settore dell’alimentazione. L’obesità è un fenomeno crescente in tutto il mondo e si pensa di poterlo contrastare classificando gli alimenti in sani e non sani attraverso algoritmi matematici basati su somme e sottrazioni di nutrienti su 100 grammi di prodotto. Queste nuove classificazioni arbitrarie bollano in rosso prodotti come l’olio d’oliva e il Parmigiano Reggiano. La soluzione è, invece, educare i consumatori a seguire diete sane e informarli del reale apporto nutrizionale di ciascun alimento assunto nelle porzioni raccomandate dai nutrizionisti. Per questo motivo l’Italia si è battuta contro il NutriScore, trovando importanti alleanze negli altri paesi del Mediterraneo (Spagna e Grecia) e nei paesi dell’Est Europa (Romania, Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia). Le ragioni dei paesi contrari sono state accolte anche da grandi aziende che hanno iniziato ad abbandonare il NutriScore precedentemente integrato nei loro packaging. A settembre 2025 si terrà presso l’ONU il vertice mondiale sulle malattie non trasmissibili, occasione in cui verrà presentato ai capi di Stato e di governo una proposta di policy da applicare in tutto il mondo per combattere l’obesità. Le istituzioni internazionali sono intenzionate a replicare anche nel nostro settore il successo ottenuto nel settore del fumo grazie a normative più stringenti, perché convinti che siano gli alimenti a provocare questa epidemia di obesità, il quale è il prerequisito per lo sviluppo di ulteriori problemi di salute e malattie come il diabete. Imporre, per esempio, etichette per il vino in cui si sostiene che il consumo di tale prodotto può provocare il cancro sarebbe un gravissimo danno al nostro settore vinicolo, dal momento che non esistono prove scientifiche evidenti della correlazione tra un consumo moderato di vino e l’insorgere della malattia.

Le sfide sono diverse: climatiche, fitosanitarie e regolamentatorie. Sono sfide importanti, ma il governo ci sostiene, così come i governi precedenti hanno sempre sostenuto questo settore in modo trasversale. Quando sono stato a Bruxelles, dove ho incontrato i nuovi europarlamentari italiani, abbiamo parlato delle opportunità e delle sfide del settore e ho trovato una sintonia assoluta su tutto l’arco costituzionale dei vari partiti rappresentati in Europa. Abbiamo la certezza di avere il sistema Paese che ci sostiene, sappiamo di avere professionisti in tutti i settori che ci aiutano a innovare, a produrre e a dare valore alla nostra industria con prodotti straordinari, so il contributo che danno i Tecnologi Alimenti alla nostra industria con la loro competenza, passione e inventiva che permettono di migliorare i nostri prodotti, quindi sono sicuro che tutti insieme riusciremo anche quest’anno a raggiungere risultati straordinari e a vincere le grandi sfide che ci attendono”.

Federalimentare