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Professione
L’editoriale

Le tendenze emergenti delineano un panorama ricco di opportunità per produttori, distributori e consumatori. Ma quale sarà l’impatto di queste tendenze su produzione e igiene degli alimenti?

La produzione agricola d’oltreoceano sembra orientarsi verso prodotti più audaci. L’introduzione di frutta e verdura “designer”, come le barbabietole Badger Flame, apparenza pirotecnica e gusto di carote e miele, o le fragole Tropical Bliss, al sapore di frutti tropicali, dimostra un crescente interesse per la manipolazione genetica e lo sviluppo di semi che migliorano il sapore, la qualità nutrizionale e la sostenibilità. Questo approccio richiede un’attenzione particolare agli standard di igiene nella filiera produttiva per garantire la sicurezza alimentare, specialmente in un contesto di innovazioni così rapide. Lo stesso vale per la preparazione, il confezionamento e la distribuzione di prodotti da asporto, il cui consumo appare in ulteriore espansione, ispirato anche ai konbini giapponesi (negozietti di vicinato, aperti 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, dove si vende un po’ di tutto e si preparano pasti caldi di qualità) che stanno prendendo sempre più piede anche in USA, ma strizzano l’occhio anche all’impegnatissimo, o forse pigro, consumatore del Bel Paese. Sfruttare questa tendenza al meglio, da parte dell’industria alimentare, rappresenta una grande sfida logistica, per garantire prodotti non solo gustosi ma anche sicuri dal punto di vista microbiologico.

Il desiderio di innovazione tocca anche il comparto bevande: caffè con sapori salati, infusi con ingredienti come topinambur, avocado e spezie esotiche, e bevande non alcoliche arricchite con psicoattivi come cannabis, kava o GABA. In questo caso le sfide sono di tipo regolatorio e di produzione. Tali nuove frontiere del gusto richiedono standard rigorosi per la gestione degli ingredienti, in particolare se attivi, la loro tracciabilità e la prevenzione di contaminazioni crociate e per assicurare la stabilità del prodotto nel tempo. A questo può contribuire anche il packaging che sta diventando parte integrante dell’esperienza alimentare, con soluzioni sempre più creative e sostenibili. L’uso di materiali riciclabili e innovativi non deve mai compromettere la sicurezza alimentare: un imballaggio accattivante, talvolta un’opera d’arte, deve garantire protezione contro contaminazioni microbiologiche e chimiche.

In conclusione, l’industria alimentare si trova di fronte a un’evoluzione senza precedenti, spinta dall’innovazione tecnologica, dall’esplorazione di nuovi sapori e dall’attenzione crescente verso la sostenibilità. L’innovazione deve andare di pari passo con un approccio rigoroso alla sicurezza e alla qualità. Produttori, distributori e fornitori di servizi alimentari hanno la responsabilità di cogliere queste opportunità con un’attenzione costante ai principi fondamentali di igiene e sostenibilità. Solo così sarà possibile costruire un futuro alimentare che risponda alle esigenze di consumatori sempre più informati e consapevoli.

Benedetta Bottari Professore Associato Microbiologia degli Alimenti Università degli Studi di Parma