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Tecnologie
Pasta e prodotti da forno

Di fronte ai grandi cambiamenti economici e climatici servono integrazione e consapevolezza delle sfide del settore. L’auspicio è emerso in occasione dell’evento “Il Grano Duro nelle Marche”, organizzato da COMPAG – la Federazione nazionale delle rivendite agrarie – in collaborazione con Confagricoltura Marche e Federchimica-Assofertilizzanti, e il supporto di BPER Banca, BASF, Newpharm e Mulmix.

Si tratta di una iniziativa, giunta alla sua terza edizione, che rappresenta un momento di dialogo tra tutti gli attori della filiera del grano duro: agricoltori, tecnici, ricercatori, stoccatori e aziende fornitrici di soluzioni avanzate, riuniti per discutere di qualità, sostenibilità e competitività in un contesto di profondi cambiamenti climatici, economici e normativi.

In apertura dei lavori, il Direttore di COMPAG, Edoardo Musarò, ha sottolineato l’importanza del lavoro di squadra per affrontare le sfide attuali: “Oggi più che mai abbiamo bisogno di una filiera integrata e consapevole. La competitività si costruisce sul campo, ma anche nelle scelte strategiche e nelle relazioni tra i diversi attori. Questo evento ne è la dimostrazione concreta.”

Lo scenario macroeconomico

Carlotta De Pasquale di Areté ha fornito un’ampia panoramica sullo scenario economico e commerciale del frumento duro. Il mercato mondiale è attualmente in surplus, con stock in ripresa ma ancora sotto i livelli storici: nonostante gli incrementi nel 2024/2025 si registra un -25% nel contesto mondiale rispetto al 2018–2022 e, sempre nello stesso periodo, -28% a livello UE. Gli stock sono un importante elemento di volatilità, che deve essere attentamente monitorato perché determinano la capacità di un mercato di far fronte ad eventuali shock lato offerta.

Il calo produttivo nei Paesi esportatori e il limitato livello mondiale di stock lascia il mercato esposto ad ondate di volatilità rialzista nell’eventualità in cui la produzione nei Paesi importatori dovesse rivelarsi al di sotto delle aspettative. Allo stato attuale, la prospettiva di aumento produttivo in UE (+11%) lascia tuttavia spazio per un ulteriore abbassamento delle quotazioni.

sala 3

Nel contesto macroeconomico occorre monitorare l’instabilità geopolitica e le restrizioni commerciali USA, che potrebbero limitare la domanda di export di pasta, e quindi incidere negativamente sulla domanda di frumento duro. L’Italia è il primo esportatore di pasta a livello mondiale (40% del totale mondiale in media tra il 2020 e il 2024). L’export di pasta italiana verso gli Stati Uniti - cresciuto del 16% in volume e del 54% in valore negli ultimi anni - potrebbe ora essere messo alla prova dai nuovi dazi commerciali (elaborazione dati Areté).

“Di fronte a questo scenario” sottolinea il Vicepresidente di COMPAG Mauro Acciarri, “è imprescindibile rafforzare i rapporti tra gli operatori e ricomprendere nelle relazioni interprofessionali anche la distribuzione organizzata e i consumatori, anelli ultimi di una filiera agroalimentare di eccellenza per la tradizione e l’economia italiana”. Una filiera, secondo Acciarri, che deve essere protetta dalle discontinuità del mercato mondiale e dagli eventi climatici estremi, attraverso strumenti di tutela per gli operatori come la contrattazione pluriennale, una maggiore sinergia nei rapporti di filiera, il miglioramento dell’accesso al credito per la parte agricola e agli strumenti per la gestione del rischio.

Particolarmente importante anche la previsione di un monitoraggio delle quantità stoccate a livello nazionale, dati fondamentali per gli operatori del settore. Il registro per il monitoraggio delle produzioni cerealicole non deve pesare sull’operatività quotidiana delle imprese coinvolte, ma deve essere di agile e semplice fruizione. Per COMPAG è inoltre opportuna una divulgazione aggregata e periodica dei dati raccolti.