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Food Safety
Pest Management

La presenza con nidificazione può impattare significativamente sulla salubrità prodotti alimentari e sul valore di tutta la catena di fornitura. La presenza degli uccelli nelle aree antropizzate necessita di un attento esame delle condizioni ambientali in cui un sito è dislocato e un’analisi attenta della avifauna presente o potenzialmente presente a causa dell’attrattività di un sito alimentare di lavorazione.

La presenza di colombi urbani (piccioni), tortore, gabbiani, ma anche gazze, storni, rondini e altri uccelli deve essere dunque valutata attentamente, come già indicato sia dalla normativa cogente legate alla gestione dei PRP ma anche dai sempre più diffusi standard di Food Safety (BRCGS, IFS, etc.), al di là delle misure che evitino l’ingresso di volatili negli stabilimenti. 
La presenza di uccelli può anche avere un impatto sanitario non solo sul prodotto alimentare e sui processi ma anche sulla salute dei lavoratori del sito oggetto di presenza, entrando nel campo di applicazione della protezione della salute dei lavoratori stessi. Sebbene l’avifauna rappresenti una frazione numerosa, se non la più numerosa, della fauna degli ambienti antropizzati, si devono considerare alcuni aspetti indesiderati legati alla loro presenza, con particolare riferimento a piccioni, tortore, gabbiani, storni, merli e corvi. Infatti, gli escrementi possono danneggiare manufatti ed edifici, compresi i beni culturali. La stessa presenza di deiezioni sulle superfici può generare lo scivolamento delle persone. Inoltre, alcune specie possono essere particolarmente rumorose, soprattutto presso i siti di alimentazione, nidificazione e presso i dormitori. 
Sono da considerare anche gli eventuali danni alla vegetazione (in campo) e ai giardini (merli, storni). In altri contesti, come quelli aeroportuali, la presenza di uccelli rappresenta un significativo pericolo per gli aeromobili, in fase di decollo e atterraggio. 
La presenza di colombi può essere accompagnata da infestazioni da parte di zecche (in particolare Argas reflexus) che possono colonizzare gli spazi abitati e frequentati dalle persone, come abitazioni, uffici e spogliatoi. Altri ectoparassiti del piccione possono occasionalmente attaccare gli esseri umani. Si possono citare gli acari, come Dermanyssus gallinae, la cimice del piccione Cimex columbarius e pulci, come la pulce di piccione Ceratophyllus columbae.

Circolazione di microrganismi patogeni

D’altro canto, sebbene l’epidemiologia a riguardo non sia consolidata, è necessario considerare il rischio (potenzialmente più grave) legato all’associazione di microrganismi patogeni per l’uomo alla presenza degli uccelli, che possono quindi rappresentare un pericolo potenziale anche per la salute umana.
È ben noto che gli uccelli selvatici, compresi quelli che vivono nell’ecosistema urbano, possono ospitare microrganismi patogeni e anche diffonderli alle persone. In generale, gli uccelli possono essere coinvolti nella circolazione di microrganismi patogeni in vari modi:

  1. Come ospiti biologici (il patogeno si moltiplica nel corpo o sul corpo degli uccelli che fungono da serbatoio) con un’infezione acuta (come l’ornitosi, Chlamydophila psittaci), come infezione cronica (come la tubercolosi) o infezione latente, come accade per i vettori che rilasciano l’agente eziologico per un periodo prolungato (ad esempio, salmonellosi).
  2. Come ospiti o vettori meccanici (il patogeno sopravvive soltanto e non si moltiplica negli uccelli).
  3. Gli uccelli sono portatori di ectoparassiti ematofagi, in particolare di zecche, acari e zanzare, rappresentando una fonte di alimentazione per questi parassiti che a loro volta costituiscono i vettori propriamente detti di malattie infettive. In questo caso, è necessaria la “mediazione” dell’artropode che funge da vettore.
  4. Si tratta di alcuni arbovirus (il virus dell’encefalite di St. Louis e West Nile virus), veicolati dalle zanzare; Borrelia burgdorferi sensu lato (l’agente della malattia di Lyme), veicolato dalle zecche.
  5. Gli uccelli possono fornire un substrato idoneo allo sviluppo di patogeni; è il caso degli escrementi, dei nidi che sono idonei alla riproduzione o alla sopravvivenza (o a entrambe) di agenti patogeni (come Histoplasma capsulatum e Cryptococcus neoformans).

Queste infezioni possono essere considerate come zoonosi (malattie trasmesse da animali a persone, come nei casi 1-3) o sapronosi (malattie causati da organismi dell’ambiente, come nel caso 4, quando l’agente causale richiede un serbatoio o sito non animale/non biotico per replicare o completare lo sviluppo).

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Rischi di contagio

La capacità di alcuni funghi (e di alcuni batteri) di svilupparsi nel guano dei volatili e nei nidi è abbastanza elevata.

Questi agenti patogeni assimilano acido urico e altre molecole di basso peso molecolare, composti azotati contenuti nelle deiezioni degli uccelli: in questo caso gli uccelli non sono gli ospiti ma creano le condizioni idonee per lo sviluppo di questi patogeni.

Pertanto, la presenza di luoghi di nidificazione, dormitori e siti di posa permanente possono rappresentare un rischio per le persone e i lavoratori, considerando la presenza di colonie di grandi nidificazioni, anche nelle immediate vicinanze dei siti industriali.

Nei casi dei funghi, l’inalazione delle particelle in sospensione rappresenta il principale mezzo di infezione, soprattutto se a essere frequentati sono i luoghi contaminati e in essi avviene movimentazione di materiali e particolari lavorazioni. Tale modalità di trasmissione è tra le più comuni: tra le patologie contraibili in questa modalità si ricordano l’ornitosi, la tubercolosi aviaria, la criptococcosi e l’istoplasmosi.

La via di contagio alimentare (salmonellosi, listeriosi, toxoplasmosi, etc.) rappresenta la seconda modalità prevalente.

Meno frequentemente, alcune infezioni zoonotiche nelle aree urbane sono trasmesse per contatto diretto con uccelli, ad esempio, l’erisipeloide, la streptococcosi o la pseudotubercolosi. 
Sebbene le zoonosi di origine aviaria siano relativamente rare, molti degli agenti considerati in questo caso sono stati ritenuti responsabili di casi umani sporadici o epidemie di zoonosi e sapronosi corrispondenti nelle aree urbane e industriali, mentre altri, sebbene già associati all’avifauna urbana, non sono direttamente causati dalla presenza degli uccelli. 
Tuttavia, è necessaria una vigilanza, poiché l’incidenza della malattia potrebbe essere significativamente sottovalutata, senza escludere la possibilità che vi possa essere un certo numero di casi non diagnosticati.

Un certo numero di fattori ecologici potrebbe influire sul rischio di malattie trasmesse dagli uccelli in ambiente urbano e industriale.

Ad esempio, tra questi è possibile indicare:

  1. le specie di uccelli che hanno densità di popolazione più elevate (come i piccioni);
  2. le specie che nidificano in colonie (come i gabbiani) o che sono gregari (quali gli storni e gli stessi gabbiani);
  3. le specie che individuano nelle raccolte di acqua i punti di incontro, anche per soste migratorie o altri fattori comportamentali.

È necessario, inoltre, tenere in considerazione che gli uccelli acquatici, attraggono un numero maggiore di insetti ematofagi (come le zanzare) rispetto agli uccelli terrestri, mentre nei boschi, gli uccelli tendono a essere parassitati anche dalle zecche.

Un metodo di sorveglianza

20240619 115929I fattori più importanti che aumentano il rischio di infezioni trasmesse dagli uccelli sono la sovrappopolazione di uccelli (infetti) in aree urbane e la sovrappopolazione di vettori infetti di invertebrati (nel caso di malattie trasmesse da artropodi, come le zanzare e le zecche). 
Naturalmente, ambienti dove siano presenti alte densità di persone e di uccelli sono favorevoli allo scopo. 
Il rischio per la salute delle persone e di altri animali può variare in maniera significativa in base a molti fattori, alcuni dei quali sono stati presi in esame precedentemente. Stabilire un metodo di sorveglianza e determinare la portata del rischio per proteggere la salute e l’incidenza delle malattie trasmesse dagli uccelli, selezionando opportune strategie di controllo in tempi adeguati, rappresentano dei passaggi importanti.
Ad oggi, l’incidenza annuale di queste zoonosi risulta essere bassa, ma, come anticipato, è ipotizzabile che i dati siano sottostimati, anche perché numerosi problemi di salute pubblicati legati e correlati agli uccelli sono spesso associati al contatto con uccelli prettamente selvatici. In questa sede, non si affrontano le problematiche sanitarie legate alle specie di uccelli da reddito (comparto avicolo), seppure non si possano escludere nessi e correlazioni (per esempio l’influenza aviaria).

Tecniche di gestione degli uccelli

Monitorare la densità delle popolazioni di uccelli stabiliti presso o nei dintorni di un sito è necessario per creare una mappatura spaziale ma anche temporale (in base alle stagioni), considerando che le tecniche di gestione degli uccelli sono complesse e talvolta inefficaci.

Tra le misure suggerite, si citano:

  1. Ispezioni visive dei segni precoci di presenza dei volatili e registrazione degli avvistamenti, anche con sistemi di geolocalizzazione e mappatura.
  2. Corretta gestione dei rifiuti, degli scarti e della vegetazione circostante.
  3. Individuazione di aree non frequentate o abbandonate, possibile luogo di nidificazione degli uccelli.
  4. La limitazione degli uccelli nei luoghi pubblici e in generale la riduzione nella misura maggiore possibile di disponibilità alimentare tramite presenza di rifiuti, sottoprodotti, scarti di lavorazione, etc.
  5. Dissuasione sonora dei volatili.
  6. Impiego di falchi e altri rapaci addestrati.
  7. Inibire l’accesso dei volatili agli edifici per mezzo di barriere fisiche, dissuasori ad aghi non cruenti, reti, filo ballerino, dissuasori elettrostatici, dissuasori visivi con laser, gel disabituati, etc.
  8. Laddove possibile, rimozione dei nidi, a seguito di autorizzazione delle Autorità competenti e svolta da personale qualificato.
  9. Sterilizzazione chimica (con farmaci antifecondativi).
  10. In alcuni casi, cattura dei volatili e soppressione, a seguito di autorizzazione delle Autorità competenti e svolta da personale qualificato.

Tutte le precedenti misure andrebbero integrate in funzione della gravità e della complessità della presenza.

L’impatto economico

L’impatto economico delle malattie trasmesse dagli uccelli che colpiscono le persone nelle aree urbane e industriali è estremamente difficile stimare, in quanto l’incidenza di queste patologie è sconosciuta o sottostimata, così come i costi delle cure possono essere solo stimati. 
I costi della prevenzione, ovvero delle misure di controllo proattive e reattive, possono variare in generale, in base a fattori quali l’agente patogeno e le specie di uccelli, la distribuzione delle specie, la particolare situazione nazionale e locale.
D’altro canto, è piuttosto evidente di come la presenza con nidificazione, posa permanente, ingresso nelle aree produttive e contaminazione degli ambienti e dei prodotti possono impattare significativamente sulla salubrità prodotti alimentari e sul valore di tutta la catena di fornitura, sia in termini di danno economico legato alla merce non conforme, alle operazioni di bonifica che di tipo reputazionale.

Francesco Fiorente

Esperto in Pest Management Sostenibile