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L’adulterazione del latte è una delle principali preoccupazioni globali poiché il latte viene consumato in ogni parte del mondo. La pratica fraudolenta dell’adulterazione del latte è in aumento, destando preoccupazione sulla qualità del latte. Nel corso degli anni sono stati sviluppati vari metodi per la rilevazione degli adulteranti del latte. Alcuni test sono relativamente semplici, ma ve ne sono alcuni che richiedono l’utilizzo di attrezzature costose e procedure operative ingombranti.

Gli adulteranti come acqua, grasso vegetale e animale, proteine ​​estranee e componenti chimici, quali melamina, urea, formalina, detersivi, solfato di ammonio, acido borico, soda caustica, acido benzoico, acido salicilico, acqua ossigenata e zuccheri deliberatamente miscelati nel latte possono essere dannosi per la salute dei consumatori. 
I metodi cromatografici come HPLC e GC, abbinati alla spettrometria di massa, sono utilizzati per l’identificazione selettiva e per il rilevamento di diversi adulteranti del latte. Tecniche immunologiche come l’ELISA e varie procedure basate sul DNA, come la PCR, sono utilizzate anche per la rilevazione specifica di alcuni comuni adulteranti del latte. I metodi spettroscopici, in particolare FTIR e NIR in associazione con la chemiometria, hanno alzato l’asticella dei sistemi di rilevamento degli adulteranti. Sulla rivista Sensing and Bio-Sensing Research è stata recentemente pubblicato una revisione dello stato dell'arte fornisce informazioni sull’applicazione dei biosensori nel rilevamento degli adulteranti del latte in modo rapido e in tempo reale esplorando il loro potenziale.

(Milk adulterant detection: Conventional and biosensor based approaches: A review. Sensing and Bio-Sensing Research, agosto 2021)

 

 

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