Un evento pensato per promuovere la qualità e la consapevolezza alimentare organizzato da Serenissima Ristorazione. Presentata anche un’analisi degli scarti alimentari rilevati: bassa accettazione di legumi e verdure, difficoltà nel consumo di piatti a base di pesce e una ridotta percezione del valore del pasto scolastico da parte degli studenti.

Nel corso dell’incontro sono state anche presentate alcune proposte operative per ridurre gli sprechi e contribuire all’educazione alimentare dei bambini: organizzare laboratori sul gusto e sull’alimentazione consapevole per studenti e famiglie; introduzione di giornate tematiche in mensa per scoprire il valore culturale del cibo; campagne anti-spreco con premi simbolici, coinvolgendo attivamente le classi scolastiche.

Il convegno dal titolo “Cibo, Terra e Salute” si è svolto presso l’Istituto Comprensivo Santi Savarino, nel Municipio IX di Roma, come evento conclusivo dell’anno scolastico promosso da Serenissima Ristorazione con il patrocinio della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU). Moderato dal Dott. Lorenzo Libianchi, dietista e referente di Serenissima Ristorazione, l’incontro ha visto la partecipazione di cinque esperti di alto profilo, provenienti da ambiti accademici, aziendali e sanitari.

Il problema degli scarti alimentari

Proprio sulla funzione educativa che la mensa scolastica può e deve ricoprire a livello sociale si è incentrato l’intervento della Dott.ssa Lucia Cammisa, dietista e Responsabile Qualità di Serenissima Ristorazione, e docente nel Corso di Laurea Dietistica e Master di II livello NUESA Nutrizione Umana, Educazione e Sicurezza Alimentare presso il Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione dell’Università di Padova. Ha presentato un’analisi dettagliata degli scarti alimentari rilevati nelle mense scolastiche del Municipio IX – Lotto 4, mettendo in luce criticità importanti: bassa accettazione di legumi e verdure, difficoltà nel consumo di piatti a base di pesce e una ridotta percezione del valore del pasto scolastico da parte degli studenti.

Numeri, quelli raccolti nell’analisi condotta nei plessi scolastici romani, che trovano purtroppo pieno riscontro nelle medie nazionali, dove lo spreco alimentare ammonta a 4,513 milioni di tonnellate, un dato tristemente in crescita, che ha visto un aumento del 9,41% rispetto al 2024 (Waste Watcher International Observatory - Università di Bologna, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari su dati ed elaborazione IPSOS).

Oltre alla raccolta di dati, la relazione ha evidenziato un duplice impatto, ambientale ed etico, dello spreco alimentare: ogni porzione di cibo non consumata non rappresenta infatti solo uno spreco di risorse naturali come acqua, energia, suolo, ma anche un costo sociale e morale. In alcune giornate di monitoraggio, la quantità di alimenti scartati era sufficiente a coprire il fabbisogno quotidiano di decine di bambini, un dato che sottolinea la necessità di una riflessione approfondita e di interventi mirati.

Tra le proposte operative avanzate dalla Dott.ssa Cammisa, il focus principale è stato dato a iniziative educative e di sensibilizzazione: laboratori sul gusto e sull’alimentazione consapevole rivolti a studenti e famiglie, introduzione di giornate tematiche in mensa per avvicinare il cibo alla cultura e campagne anti-spreco con premi simbolici, coinvolgendo attivamente le classi scolastiche. Queste proposte rappresentano un primo passo concreto verso un modello di mensa scolastica più sostenibile, partecipato e rispettoso delle risorse.

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Scelte alimentari consapevoli

Di grande rilievo è stato anche l’intervento del Prof. Giovanni Scognamiglio, Professore Associato del Corso di Laurea Specialistica in Scienze della Nutrizione Umana presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Roma “Tor Vergata” e Ricercatore III liv presso il Crea-AN, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell'economia agraria, Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione. Ha offerto uno sguardo approfondito sulle strategie per promuovere scelte alimentari consapevoli e sostenibili nelle scuole, sottolineando come la ristorazione collettiva sia un punto di incontro fondamentale tra salute, ambiente e società, in cui le materie prime di qualità, provenienti da filiere territoriali e sostenibili, rappresentano la base per costruire menù equilibrati, rispettosi delle tradizioni e inclusivi delle diverse culture presenti sul territorio romano.

Ha inoltre posto l’accento sulla necessità di sviluppare politiche alimentari che considerino l’intera filiera produttiva, dalla terra alla tavola, valorizzando l’agro-biodiversità e l’agricoltura sociale come strumenti per la sostenibilità e l’inclusione sociale. Questo approccio multidisciplinare consente di affrontare in modo integrato temi complessi come la sicurezza alimentare, la tutela ambientale e la promozione di stili di vita sani.

Ivan Giannetti, Responsabile Qualità di GLOBO S.p.A., ha illustrato l’importanza dell’agro-biodiversità come fondamento della dieta mediterranea, ponendo particolare attenzione alle filiere corte, all’agricoltura sociale e solidale e alle pratiche agroalimentari etiche e sostenibili.

Equilibrio nella proposta alimentare invece il tema portato dalla Dott.ssa Federica Quintiero, dietista dell’Università di Pavia e membro della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), ha presentato un’analisi rigorosa sull’applicazione dei Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti (LARN) nelle diverse fasce d’età scolastiche, spiegando come la piramide alimentare mediterranea possa essere modulata per garantire pasti equilibrati, appetibili e culturalmente inclusivi.

Il Dott. Yari Rossi, dottore in Scienze della Nutrizione Umana, ha evidenziato invece l’importanza della relazione tra alimentazione, attività fisica e benessere psicofisico, con particolare attenzione al tema delle merende scolastiche sane e bilanciate, spesso trascurate nell’educazione alimentare. Infine, la Dott.ssa Lucia Galasso, antropologa dell’alimentazione, ha concluso il convegno con un appassionante intervento sulle influenze culturali nelle scelte alimentari, sottolineando come l’educazione al cibo sia anche un’occasione per promuovere inclusione, rispetto e dialogo interculturale.

 

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