Secondo una ricerca del 2024 di AstraRicerche, in 5 anni, 4 italiani su 10 hanno notevolmente aumentato i consumi di prodotti surgelati, ma a questa crescita non è corrisposto un aumento del loro spreco che, dal 2021 a oggi, si è mantenuto stabile, su valori percentuali di poco superiori al 2% (si è passati dal 2,37% del 2021 al 2,23 del 2024).
Lo spreco alimentare domestico resta un fenomeno diffuso: si stima che quello buttato sia in media pari a 667,4 grammi di cibo pro capite, purtroppo con una crescita del +17,9% rispetto allo scorso anno (a gennaio 2024, erano 566,3 gr). Alcuni prodotti si “comportano” meglio, o anche molto meglio e di fatto essere degli alleati nella lotta agli sprechi: tra questi, con solo 14,9 gr gettati sul totale pro capite settimanale, ci sono gli alimenti surgelati. Si parla di appena il 2,23% rispetto allo spreco individuale complessivo.
I dati sono stati evidenziati da uno studio inedito dell’Osservatorio internazionale Waste Watcher-Campagna Spreco Zero per IIAS - Istituto Italiano Alimenti Surgelati, che ha quantificato l’incidenza del comparto frozen sullo spreco alimentare. L’indagine condotta su 1000 intervistati maggiorenni ha voluto ribadire il ruolo centrale dei surgelati nella gestione sostenibile delle risorse alimentari domestiche. A favorire questa situazione sono alcune caratteristiche intrinseche a questo genere di prodotti: la lunga durata di conservazione, l’efficiente porzionatura, i minori consumi di acqua ed energia elettrica necessari per la preparazione dei piatti, che ne garantiscono anche una elevata sostenibilità economica.
Tra le ragioni per cui, talvolta, anche questi prodotti finiscono in pattumiera ci sono principalmente fattori organizzativi, logistici o imprevedibili: la dimenticanza delle scadenze (22%), la cattiva conservazione (21%) la mancanza di spazio nel freezer/una cattiva organizzazione domestica (20%) e le interruzioni della catena del freddo (16%). Non si tratta, quindi, di motivi legati alla deperibilità del prodotto ma, piuttosto, a una gestione poco efficiente della sua conservazione. Quanto alla frequenza di spreco, circa 1 su 10 (14%) si trova a buttar via surgelati ogni 3-4 mesi, a fronte di un 59% che li spreca molto meno spesso.
La top ten dello spreco e le differenze geografiche
Frutta e verdura fresche, insalate, pane, cipolla, aglio e tuberi, latte e yogurt occupano i primi posti in classifica tra i cibi più sprecati, con picchi di 26,82 gr e 23,89 gr settimanali rispettivamente per frutta e verdure fresche.
Nella top 10 dei meno sprecati, invece, trovano posto i surgelati, che con soli 14,9 gr gettati via a settimana, registrano uno spreco inferiore del -37,6% rispetto a quello delle verdure fresche e del -17,4% rispetto a verdura e frutta non fresche (in vasetto o in barattolo).
L’indagine WWI ha mostrato, inoltre, differenze molto significative su base geografica. I consumatori del Nord Italia si distinguono per comportamenti più responsabili, con soli 12,5 grammi di surgelati sprecati a settimana, (-16% rispetto alla media nazionale). Le abitudini alimentari variano anche in base alla composizione familiare e al livello socioeconomico. Le famiglie con figli sprecano l’11% in meno di surgelati rispetto alla media e il ceto medio e medio-basso dimostrano maggiore attenzione, con percentuali che oscillano tra -7% e -8% vs. la media nazionale. Analoga sensibilità si riscontra in chi vive in piccoli centri, sprecando un 8% in meno di surgelati rispetto alla media o in chi abita in grandi città (-5%.).
“Lo spreco alimentare - dichiara Andrea Segrè, Direttore scientifico dell'Osservatorio internazionale Waste Watcher - non deve essere letto esclusivamente come un comportamento individuale scorretto. Piuttosto è un indicatore di fragilità socioculturale e di marginalità educativa e se vogliamo contrastarlo in modo sistemico, è necessario rafforzare le politiche di educazione alimentare, prestare maggiore attenzione alle informazioni in etichetta, ma anche promuovere l’accesso a elettrodomestici efficienti e soluzioni smart per la gestione del cibo in casa, affinché le famiglie italiane possano trasformare i loro freezer in ‘centri di riserva alimentare’ intelligenti e sostenibili. La nostra indagine, infatti, ha rivelato chiaramente che i surgelati sono un valido alleato contro lo spreco”.
“In un Paese come l’Italia - aggiunge Giorgio Donegani, Presidente IIAS – in cui il problema del food waste ha assunto dimensioni preoccupanti, con una crescita a doppia cifra nel 2025, il consumo di prodotti surgelati può diventare un importante tassello nella lotta agli sprechi. Non solo perché di questi prodotti ne gettiamo via una percentuale davvero irrisoria, ma perché i surgelati costituiscono, per loro natura, una soluzione salva-spreco per eccellenza. Lo spreco alimentare rappresenta un tema sociale su cui riflettere seriamente, visto che con quanto si spreca in tutto il mondo si potrebbe sfamare un terzo della popolazione globale. ‘Sprecare’ significa non solo non poter garantire cibo sufficiente per tutti, ma anche perdere risorse preziose usate nella produzione, come terreno fertile, acqua, energia, fertilizzanti. I prodotti surgelati aiutano nella lotta al food waste perché permettono un utilizzo ottimale delle materie prime che arrivano pronte per l’uso in cucina, consentono di massimizzare la resa produttiva, di contenere gli sprechi che avvengono durante tutta la filiera e di ridurre le emissioni di inquinanti nell’atmosfera”.