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Con Elisa Bissacco, responsabile del Laboratorio di Epta Nord srl, azienda specializzata in analisi e consulenza nel settore agroalimentare, abbiamo fatto il punto sulle classi di maggior interesse in relazione alla sicurezza alimentare, di idrocarburi degli oli minerali (MOH), cioè i MOSH e i MOAH.

Scarse informazioni tossicologiche, assenza di limiti massimi stabiliti per la normativa nazionale ed europea, dati di contaminazioni degli alimenti ancora incompleti, sono tutti aspetti che rendono complessa la valutazione e gestione di questi contaminanti alimentari. Tuttavia, “considerata la crescente attenzione sugli oli minerali da parte della comunità scientifica, ma anche delle associazioni dei consumatori e della grande distribuzione - commenta Bissacco - le aziende richiedono in misura crescente ai laboratori specializzati la determinazione quantitativa di questi contaminanti, sia in alimenti che in materiali da imballaggio”.

MOSH e MOAH: perché la loro migrazione preoccupa?

L’esposizione ai MOAH, attraverso gli alimenti è considerata fonte di potenziale preoccupazione a causa del possibile rischio cancerogeno, mentre alcuni MOSH possono accumularsi nei tessuti umani e fungere da promotori di tumore ad alte dosi. Va detto che ad oggi manca una valutazione tossicologica conclusiva.

Quali sono le principali vie di contaminazione?

La contaminazione da MOH è ubiquitaria e interessa tutta la filiera alimentare dalle materie prime, coinvolgendo la produzione, il confezionamento con materiali da imballaggio fino alla conservazione dell’alimento. Si tratta di una presenza che deriva dall’impatto ambientale e dalla vasta gamma di utilizzi industriali e domestici di prodotti contenenti MOH tra cui additivi alimentari e di processo, oltre che dalla loro origine endogena in materie prime vegetali.

Quali sono le condizioni e i fattori di rischio che favoriscono la cessione ?

La migrazione è correlata all’imballaggio di confezionamento (forma, tipologia e composizione), alle sue modalità di produzione e al grado di contaminazione dello stesso, ma è funzione anche della natura dell’alimento, della sua affinità per queste classi di contaminanti, del rapporto tra la superficie di contatto e la quantità di alimento, delle condizioni tempo/ temperatura di contatto.

Tra l’altro il trasferimento non richiede necessariamente il contatto diretto tra l’alimento e il materiale in cui sono presenti i MOH, ma può avvenire anche tramite la migrazione di sostanze volatili in fase gassosa;

Arriviamo agli aspetti analitici...

Nel 2012 il parere scientifico EFSA ha indicato quale metodo più efficiente per la determinazione di MOSH e MOAH la tecnica cromatografica accoppiata LC e GC on-line abbinata al rivelatore FID (LC-GC-FID). Per l’analisi dei MOH è stato rilevante il contributo delle linee guida pubblicate nel 2019 dal Joint Research Centre (JRC), da utilizzare come base comune da parte dei laboratori per il campionamento, i requisiti di prestazione e l’approccio analitico. Nel 2017 è stato pubblicato per la prima volta un metodo europeo normalizzato, EN 16995:2017, da applicare agli oli vegetali e agli alimenti a base di oli vegetali mediante tecnica on-line HPLC-GC-FID. Il sistema HPLC-GC-FID accoppiato on-line fornisce elevata sensibilità, è automatizzato ed evita manipolazioni che rischiano l'introduzione di contaminanti. La tecnica HPLC separa le frazioni di MOSH da MOAH, la tecnica GC abbinata al detector FID permette di quantificarli mediante il metodo dello standard interno aggiunto prima dell’analisi.

In riferimento alla gestione della contaminazione da idrocarburi di oli minerali, quali sono le prospettive?

L’esigenza è quella di poter disporre quanto prima di metodi armonizzati ufficiali e convalidati per ridurre la variabilità talvolta abbastanza significativa dei risultati di analisi tra diversi laboratori con protocolli confrontabili di preparazione dei campioni e caratteristiche prestazionali in linea e affidabilità soprattutto per le basse concentrazioni.

Francesca De vecchi

Tecnologa alimentare

 

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