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L’Europarlamento ha bocciato gli emendamenti che prevedevano l'applicazione delle norme per gli allevamenti di vacche da latte da 300 capi in su. Grande soddisfazione da parte di tutte le associazioni del settore che parlano di vittoria per la zootecnia italiana ed europea.

"Il Parlamento europeo riconosce che la zootecnia non è assolutamente equiparabile a settori altamente industrializzati, correggendo una proposta di revisione che appariva totalmente scorretta e ingiusta", spiega il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini precisando che "gli agricoltori sono continuamente impegnati a ridurre l'impatto ambientale delle loro attività con pratiche sostenibili".

Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che aveva già denunciato "l'assurdità scientifica di paragonare le stalle alle fabbriche” commenta: "Abbiamo fermato in Europa la norma ammazza stalle, con la decisione di lasciar fuori gli allevamenti bovini dalla revisione della direttiva sulle emissioni industriali che salva un settore cardine del Made in Italy". 

"L'equazione "stalle uguale fabbriche inquinanti" non ha retto, l'ideologia mascherata da finto ambientalismo non è passata": commenta così Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia – “Una buona notizia per l'Europa che così non si troverà a dipendere da Paesi Terzi per la richiesta crescente di alimenti di origine animale, senza alcuna garanzia su standard di qualità e ambientali".

Fonte: Ansa.it

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