Le TEA sono radicalmente diverse dagli OGM e necessitano di una legislazione ad hoc: questa la richiesta che la filiera agroalimentare – dall’agricoltura all’industria – rivolge alle istituzione europee, che saranno chiamate a esprimere un parere a giugno, quando la Commissione prevede di presentare un progetto di normativa in relazione alle Tecniche di Evoluzione Assistita, quelle tecniche di biologia sviluppate negli ultimi 10 anni che consentono di correggere il DNA delle piante e quindi di selezionare caratteri specifici utili per l’agricoltura che difficilmente sarebbero ottenibili con altri metodi.

La grande differenza rispetto agli OGM transgenici è che le piante ottenute con le TEA non contengono DNA di altri organismi: il patrimonio genetico utilizzato è unicamente quello delle piante stesse. Le TEA, cioè, non fanno altro che replicare processi che potrebbero avvenire in natura, mentre nel caso di OGM transgenici il passaggio può avvenire anche tra regni diversi, ad esempio tra batteri e piante. Gli OGM sono inoltre molto costosi da ottenere, richiedono tempi lunghi (sia a livello di ricerca che di validazione) e non assicurano un livello di precisione paragonabile a quello delle TEA.

La filiera agroalimentare insieme per le TEA

Su queste basi, per la prima volta, i rappresentanti del mondo produttivo, della ricerca e delle istituzioni si sono incontrati per promuovere un sistema pubblico-privato di miglioramento genetico basato sulle tecnologie genomiche più avanzate, strategico per adeguare l’agroalimentare nazionale al futuro e mantenere la sostenibilità e la competitività del comparto del food&beverage nazionale. Durante l’evento, che si è svolto a Roma, è stato illustrato il position paper “Nuove tecniche genomiche genome editing e cisgenesi” elaborato dal Cluster Agrifood Nazionale (l’associazione riconosciuta dal Ministero dell’Università e della Ricerca che aggrega Imprese, Associazioni di categoria, Università, Organismi di ricerca, Enti di Formazione e Rappresentanze territoriali che operano nel settore Agrifood), dal CREA e da Federchimica Assobiotec.

Sostenibilità e produttività

Il position paper illustra le potenzialità delle TEA all’interno di un contesto agricolo italiano sempre più messo a dura prova dagli effetti del cambiamento climatico e dalla necessità di migliorare la resistenza alla siccità e alle avversità, assicurando al contempo qualità e produttività più elevate e spiega come le TEA possano contribuire ad accrescere la sostenibilità della nostra agricoltura e a produrre alimenti più salutari, in linea con gli obiettivi dell’European Green Deal e delle strategie Farm To Fork e Biodiversity.

Su queste basi, vengono stilate alcune raccomandazioni affinché l’Italia sappia cogliere questa opportunità e, a tal fine, vengono suggerite agli attori della politica tre azioni: consentire la sperimentazione in campo delle TEA in tempi brevi, poiché le TEA sono radicalmente diverse dagli OGM di una volta, non possono essere normate allo stesso modo; rilanciare un programma di ricerca sulle biotecnologie pulite per l’agricoltura di domani, dato che nei prossimi mesi è atteso un cambiamento del quadro autorizzativo a livello europeo e sarebbe grave se l’Italia non si presentasse all’appuntamento con un adeguato programma di investimento; predisporre strumenti di trasferimento tecnologico dei risultati dalla ricerca al mondo produttivo, coinvolgendo anche le industrie private, in modo da rinnovare il panorama varietale e renderlo idoneo al nuovo scenario climatico.

La ricerca sulle TEA in Italia

Negli ultimi anni il sistema scientifico italiano sia attraverso il progetto BIOTECH, finanziato dal Ministero dell’Agricoltura e coordinato dal CREA, sia mediante altre iniziative, ha sviluppato conoscenze avanzate nell’ambito delle TEA relativamente alle più importanti specie agricole italiane (frumento, riso, pomodoro, vite, melo, agrumi, etc). Questo lavoro, che ha portato alla selezione di piante di volta in volta resistenti alle malattie, agli stress abiotici e/o con migliori caratteristiche qualitative e con potenzialità produttiva più elevata, è rimasto fino a oggi confinato nei laboratori. Le piante già selezionate con le TEA e quelle che saranno selezionate nei prossimi anni costituiscono una grande opportunità per l’agricoltura italiana – basti solo pensare alle perdite causate dalla siccità - purché però ci sia la possibilità di testarle in campo, un’opzione al momento preclusa.

Le parole dei protagonisti

Presidente del Cluster CL.A.N., Mauro Fontana: “L’Italia, per la sua stessa conformazione geografica, rischia di subire in misura maggiore gli effetti del cambiamento climatico connessi alla perdita di coltivazioni in cui è leader qualitativo, o comunque un abbattimento delle rese in generale, dovuto a scarsità d’acqua e incremento delle fitopatologie. Le Tecniche di Evoluzione Assistita - TEA, adeguatamente controllate in modo da garantire che non comportino rischi per la salute, saranno strategiche per migliorare la resistenza delle coltivazioni allo stress idrico e alle patologie vegetali, garantendo lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile e rigenerativa, in linea con le nuove esigenze ambientali, ma anche a favore di una produttività e redditività sostenibile per l’intera filiera agroalimentare italiana”.

Direttore Generale del CREA, Stefano Vaccari: “I maggiori progressi dell’agricoltura, e quindi dell’uomo, sono sempre stati accompagnati dai progressi nella genetica. Oggi la sfida è produrre di più con meno: meno mezzi tecnici, meno acqua, meno energia, meno CO2. Senza nuove varietà, più performanti e resilienti, la sfida agricola è persa. Le Tecniche di evoluzione assistita sono decisive per consentire ai prodotti di qualità italiani di rimanere competitivi nella tipicità. Il CREA ha pronte decine e decine di varietà da sperimentare in campo – uve da vino e da tavola, pomodori, melanzane, mele, grani - ma i nostri ricercatori sono bloccati dalla legge. Autorizzare subito la sperimentazione di queste varietà è indispensabile per mantenere la competitività del Made in Italy”.

Vice Presidente di Federchimica Assobiotec, Elena Sgaravatti: “Le biotecnologie hanno dimostrato di poter contribuire in modo significativo alla soluzione di problemi tanto complessi e di drammatico impatto quanto improvvisi: la rapida disponibilità dei vaccini Covid ne è un esempio. Oggi siamo di fronte a una nuova importante sfida globale: quella di nutrire un numero sempre più alto di persone, auspicabilmente meglio in termini nutrizionali e in un contesto ambientale e climatico che innanzitutto va compreso e che dobbiamo rispettare. L’intera filiera agrifood nazionale è concorde nel chiedere che anche in Italia, così come già avviene in diversi Paesi, la ricerca sulle TEA dal laboratorio venga sperimentata anche in campo. Con il Cluster CL.A.N. e il CREA, Assobiotec ha lavorato alla redazione di un Position Paper che rende chiaro lo straordinario potenziale di queste tecnologie biotech”.

Presidente di Assosementi, Eugenio Tassinari: “Assosementi ritiene che le TEA siano uno strumento indispensabile per consentire all’agricoltura italiana di rimanere competitiva, assicurando qualità e sostenibilità delle produzioni in uno scenario di crescente incertezza. Auspichiamo che presto venga introdotto un quadro normativo chiaro che non preveda una diversa regolamentazione per varietà ottenute attraverso l’utilizzo delle TEA nei casi in cui queste risultino analoghe a quelle ottenute mediante metodi di breeding tradizionali o attraverso processi naturali. Riteniamo fondamentale il Position Paper che sottolinea l’importanza di una valutazione dei prodotti TEA basata su elementi scientifici e non emozionali.”

Presidente di Coldiretti Sicilia e Membro di Giunta esecutiva di Coldiretti, Francesco Ferreri: “Si tratta di un’opportunità per la valorizzazione della nostra distintività, la salvaguardia della biodiversità e la tutela del Made in Italy. Oggi l’agroalimentare allargato vale 580 miliardi di euro, la prima ricchezza del Paese. Ma per far fronte alle sfide attuali e future ed essere competitivi sui mercati esteri è necessario investire in infrastrutture irrigue, introdurre innovazione con nuove tecnologie e cisgenetica. La nostra scommessa è di estendere la loro applicazione anche alle piccole aziende. In tal senso riteniamo opportuno un intervento rapido delle istituzioni europee che ponga fine a dubbi o incertezze”.

Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: “Non è assolutamente in discussione la continuità del processo verso un’agricoltura sempre più sostenibile sotto il profilo ambientale, ma la sicurezza alimentare deve restare l’obiettivo centrale del nostro settore. La via da seguire non è quella dei divieti proposta dalla Commissione. Grazie alla ricerca, occorre invece mettere a disposizione degli agricoltori valide alternative. In primo luogo, la Commissione dovrebbe accelerare le procedure per l’inquadramento nell’ordinamento europeo delle tecniche di evoluzione assistita (TEA) per il miglioramento genetico, che consentono di salvaguardare il potenziale produttivo con una minore pressione sulle risorse naturali”.

Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino: “Qualora le Tecniche di Evoluzione Assistita consentiranno di migliorare la varietà e la produttività e di contribuire a un sistema alimentare più sostenibile, l’industria alimentare italiana non potrà che essere interessata a valutarne le eventuali opportunità di sviluppo, naturalmente con la massima attenzione alla validazione dell’assoluta garanzia di sicurezza alimentare per il consumatore e di una idonea e trasparente comunicazione. I recenti sviluppi normativi di apertura a livello UE e, soprattutto, il consenso della comunità scientifica nazionale, espresso nel Position Paper presentato oggi, costituiscono tappe fondamentali del processo di valutazione di queste nuove biotecnologie”.

 

Fonte: federalimentare.it
Foto: shutterstock

 

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