Roma, Reggio Emilia e Pesaro le più attive nel contrasto allo spreco alimentare nel 2024, secondo la classifica di Too Good To Go. Una ricerca ha poi evidenziato che il 31% degli italiani spreca cibo almeno una volta a settimana, con una maggior incidenza soprattutto nel Sud Italia. Le principali cause sono: dimenticanza degli alimenti in frigorifero o sugli scaffali (41%) e superamento della data di scadenza (37%).

Gli italiani per il 78% mostrano una consapevolezza elevata e un impegno concreto sul tema. Tuttavia, esistono ampi margini di miglioramento, differenze regionali e comportamenti che non possono in alcun modo essere considerati virtuosi.

Secondo la classifica di Too Good To Go, – l’azienda a impatto sociale attiva nel contrasto allo spreco alimentare – che ha analizzato il numero di pasti salvati nel 2024 nei capoluoghi di provincia italiani suddividendoli per dimensione, emerge un coinvolgimento capillare lungo tutta la Penisola. Dalle grandi metropoli ai centri medi, fino ai piccoli comuni, l’impegno nel ridurre lo spreco alimentare evidenzia una partecipazione trasversale, segnale di una sensibilità sempre più diffusa e condivisa.

Tra le grandi città con oltre 300.000 abitanti, Roma si posiziona al primo posto, seguita da Milano, Torino, Genova e Bologna. In questi centri urbani si registra una continua crescita nella consapevolezza e nell’adozione di soluzioni antispreco.

Per le città medie, tra 100.000 e 300.000 abitanti, Reggio Emilia guida la classifica, davanti a Modena, Verona, Cagliari e Padova. Qui si distingue l’attiva partecipazione dei cittadini, supportata da una rete solida di esercenti aderenti.

Infine, nei piccoli comuni con meno di 100.000 abitanti, in testa Pesaro, seguita da Cuneo, Pavia, Pisa e Lecce. Pur con numeri assoluti inferiori, queste città mostrano una forte sensibilità locale e un’alta adesione all’iniziativa.

IT Ranking Regions PRImage

Peculiarità geografiche

La ricerca ha infine segnalato per punti le caratteristiche distintive delle diverse realtà di cui si compone la nostra variegata nazione, segnalando per ogni zona, una buona e una cattiva abitudine

NORD OVEST

Buona abitudine - Congelare il cibo avanzato
Cattiva abitudine - Dimenticare il cibo in frigorifero o sugli scaffali

NORD EST

Buona abitudine - Trasformare avanzi in nuove ricette
Cattiva abitudine - Lasciare scadere i prodotti

CENTRO ITALIA

Buona abitudine - Consumare il cibo avanzato il giorno successivo
Cattiva abitudine - Dimenticare il cibo in frigorifero o sugli scaffali

SUD E ISOLE

Buona abitudine - Condividere cibo avanzato con gli altri (parenti, amici, conoscenti)
Cattiva abitudine - Cucinare porzioni eccessive

L’atteggiamento degli italiani

La classifica si arricchisce di un’indagine realizzata con YouGov, che analizza l’atteggiamento degli italiani verso lo spreco alimentare.

Se da un lato il tema è sentito – il 99% degli intervistati riconosce l’importanza di ridurre lo spreco – dall’altro un italiano su tre (31%) ammette di buttare cibo almeno una volta a settimana. Questa percentuale sale al 38% nel Sud Italia e arriva al 44% tra i genitori con figli minorenni. Al contrario, gli over 55 sembrano essere i più virtuosi, con il 34% che dichiara di non sprecare mai cibo.

Ma cosa porta concretamente a buttare il cibo? Al primo posto c’è la dimenticanza: il 41% degli intervistati ammette di dimenticare prodotti in frigorifero o sugli scaffali della dispensa, con un picco nel Nord-Ovest (47%). Seguono le scadenze superate (37%), particolarmente frequenti nel Nord-Est (44%), e le porzioni eccessive cucinate in casa (21%), un comportamento più diffuso nelle Isole (32%) e nel Sud (25%).

Quando si tratta di fare la spesa, il 72% degli italiani controlla regolarmente le date di scadenza dei prodotti ma l’attenzione cala tra i più giovani con solo il 60% dei 18-24enni che dichiara di farlo.

Tavola spreco 1

La pianificazione resta limitata: solo il 27% organizza i pasti settimanali in anticipo, e il 55% utilizza una lista della spesa. Segnali positivi emergono dall’attenzione ai prodotti prossimi alla scadenza: il 32% li sceglie volontariamente per ridurre gli sprechi.

La buona notizia è che, una volta cucinato, la maggior parte degli italiani cerca di non sprecare il cibo: il 78% dichiara di consumarlo nei giorni successivi, pratica particolarmente diffusa al Centro (82%). Il 53% lo congela, specie nel Nord Ovest (60%). Il 43% trasforma gli avanzi in nuove ricette, mentre il 16% li condivide con parenti, amici e conoscenti, soprattutto al Sud (20%) e nelle Isole (22%).

Quasi la metà degli italiani (46%) conosce o utilizza app e servizi per contrastare lo spreco alimentare. A guidare questo cambiamento sono soprattutto i giovani tra i 25 e i 34 anni -infatti, il 58% ha familiarità con questi strumenti digitali antispreco- e le famiglie con figli minori, che mostrano un interesse marcato, con il 55% che li conosce o li utilizza.

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