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L’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta è una organizzazione NOprofit che si occupa principalmente di valorizzazione dell’ortofrutta italiana facendo leva su aspetti innovativi, emozionali e di comunità che vadano a riqualificare e rinfrescare l’immagine dell’ortofrutta all’interno dei supermercati e non solo. Ne abbiamo parlato con la presidente Alessandra Ravaioli, approfittando per fare un punto sul comparto. 

Presidente Ravaioli, vuole presentare l’Associazione? 

L’associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta nasce a dicembre 2017. Siamo circa 100 donne provenienti da tutto il territorio nazionale e rappresentanti importanti dell’intera filiera di produzione, dal campo, al packaging, dalla logistica alla comunicazione di settore.

Dai numeri del comparto è evidente il ruolo chiave della filiera a livello economico. A questo ruolo chiave, misurabile con dati alla mano, va affiancata l’importanza dei consumi in termini di salute pubblica, benessere generale, longevità, allungamento dell’aspettativa di vita. L’Italia è la patria della dieta mediterranea che, come sappiamo, prevede alla base della nutrizione quotidiana, la frutta e la verdura. Questi aspetti, legati al consumo di ortofrutta sono i temi chiave dell’Associazione.

 

Da dove nasce la necessità di creare un'Associazione di donne del comparto?

Una ricerca di CSO Italy del 2018 ha rilevato la situazione occupazionale nel settore ortofrutta identificando ruoli e funzioni femminili. Ebbene, il 70% della forza lavoro nel settore è rappresentato da donne. Sono le donne che si occupano della selezione qualitativa dei prodotti in magazzino; sono spesso donne le referenti qualità delle aziende. Sono sempre di più le imprenditrici donne e titolari di aziende agricole ma sono poche, anzi pochissime, le donne che, nel settore, occupano ruoli decisionali. Questo è un elemento di riflessione importante che ci ha spinto a creare un’Associazione dedicata alle donne. L’importanza di ricoprire, con pari opportunità, ruoli decisionali non è il solo motivo della nostra nascita e crescita costante. Abbiamo l’idea che la promozione dei consumi di frutta e verdura sia fondamentale sia dal un punto di vista di salute pubblica sia da un punto di vista prettamente economico. 

 

Come ha reagito il comparto a questi mesi di crisi?

Con un coraggio e una determinazione eccezionali. Sono stati giorni difficilissimi, con le attività produttive a pieno regime e i consumi impazziti. È stato difficile il momento del lockdown ma poi sono stati impegnativi anche i mesi successivi: tante incertezze, tante difficoltà, aumento di costi, scarsa propensione al consumo in Italia e anche all’estero, prezzi stagnanti e problemi meteo. Insomma non ci siamo fatte mancare niente.

 

Quali sono i bisogni a cui dare risposte e gli stereotipi da abbattere?

La crisi di questi mesi rilevata dai recenti dati ISTAT che riportano un calo del reddito delle famiglie italiane, nel secondo trimestre 2020, del 5,8% rispetto al primo trimestre e un crollo dei consumi dell’11,5% sempre nello stesso periodo, segnano un campanello d’allarme anche per l’ortofrutta. È fondamentale che si attribuisca priorità al consumo di frutta e verdura per tutelare la salute, aumentare le difese immunitarie, combattere obesità e patologie cardio vascolari. Non si deve pensare che frutta e verdura siano un “di più” nelle tavole, percepito come un lusso. Si devono comunicare molto bene questi aspetti unendo le forze del settore, se possibile. È fondamentale raggiungere i consumatori con messaggi chiari e non fuorvianti. Troppo spesso mediaticamente l’ortofrutta viene trattata malissimo, pensiamo al tema caro prezzi e alla zucchina che ne diventa simbolo in negativo, oppure alla mitologia dei veleni nella frutta e verdura, quando l’Italia è il Paese più virtuoso in Europa in termini di residui chimici ammessi. Penso anche al tema “lavoro” e alle negatività di pochi che danneggiano tutto il sistema. Oggi, la nostra sfida è quella di comunicare i valori di una filiera ortofrutticola sicuramente molto più vicina di quanto si pensi ai consumatori e alla natura e insieme potremo riuscirci perché le donne, quando uniscono le forze, sono imbattibili.

Francesca De Vecchi

Tecnologa alimentare OTALL e divulgatrice scientifica

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