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La Winter Edition 2023 del Rapporto Coop sui consumi e gli stili di vita degli italiani di oggi e di domani parla di un Paese in stallo. I manager intervistati si mostrano prudenti e preoccupati dalle variabili internazionali, mentre gli italiani raccontati dal rapporto si mostrano disillusi verso il futuro e tutti concentrati sul presente, ma mantengono il cibo come centrale nelle scelte di consumo.

Entrando più nel dettaglio del rapporto Coop 2023, le previsioni dei manager della filiera alimentare ipotizzano anche per il 2024 una nuova piccola contrazione degli acquisti alimentari nella Gdo (-0,5% a volume); sembrano invece migliorare le intenzioni di spesa degli italiani sui consumi alimentari domestici; la percentuale di quanti intendono aumentare le quantità consumate (16%) supera quella di quanti intendono ridurre i consumi (11%) con una differenza di 5 punti percentuali (la stessa differenza era di -1 punto percentuale nell’indagine di agosto 2023).

Il cibo resta centrale nelle scelte di consumo, ma anche a tavola, la tenuta della spesa si sposa con la sobrietà. Infatti, quasi un terzo degli italiani (31%) dichiara che dedicherà più tempo alla preparazione domestica del cibo (il modo più semplice per coniugare qualità e risparmio) e in ogni caso i principali driver di acquisto sono il rapporto qualità prezzo al primo posto (almeno per il 66% degli italiani), la convenienza e il risparmio (50%) e la salute e il benessere (41%). Tra gli aggettivi scelti per definire il cibo del 2024 il più gettonato è salutare (45%), poi poco costoso (44%), seguito da sostenibile (27%) e semplice/autentico e essenziale (26 e 25%).

4.1 consumi

Perché oltre ad essere conveniente, la tavola del 2024 deve rimanere healthy quindi tradizionale ed essenziale (27%). Torna nel carrello anche l’ortofrutta che nell’estate sembrava essere stata al centro di grandi rinunce da parte degli italiani. Nella Top 5 dei prodotti in aumento nel 2024 compaiono proprio frutta e verdura al primo posto e poi subito dopo il pesce (anch’esso una difficile rinuncia degli ultimi anni). Tra i prodotti di cui gli italiani prevedono di poter ridurre i consumi le spiccano invece i dolci (li ridurrà il 41% del campione), le carni rosse (34%), i salumi e affettati (37%) e superalcolici (33%).

A fronte di una inflazione alimentare ancora sostenuta (per i manager stimata al 3% nella media d’anno), nel tentativo dunque di difendere i propri consumi e la loro qualità, gli italiani sembrano essersi definitivamente convertiti alla MDD (Marca del distributore) che anche nel 2024 promette di registrare ottime performance; l’82% dei manager italiani prevede un aumento della quantità acquistata, mentre al primo posto tra le scelte di acquisto in riduzione si trovano le marche industriali. Non solo quelle minori e dei produttori follower (in calo rispettivamente per il 51% e il 48% degli intervistati), non fanno eccezione nemmeno le marche leader tanto che un buon 36% ne immagina la rinuncia all’acquisto.

5.1 trend

Ma se il 2023 ha insegnato alle famiglie come risparmiare nel solito punto vendita, è anche vero che la forte riduzione delle risorse disponibili conseguente all’inflazione ha obbligato molti italiani a doversi rivolgere sempre più spesso al canale discount. Un trend che sembra confermarsi in crescita anche nel 2024 e colloca questo formato in testa alla classifica dell’incremento delle vendite nei prossimi 12 mesi, sia nelle previsioni dei consumatori che in quelle dei manager alimentari.

Italiani low cost

Il tema alimentare si inserisce in un contesto generale che il rapporto Coop approfondisce. La fotografia degli italiani scattata dalle survey dell’Ufficio Studi Coop mostra un Paese dove non dominano rabbia o disperazione, ma anzi prevalentemente stati d’animo positivi. Gli italiani trovano conforto nella dimensione intimistica della loro sfera privata, della famiglia e degli affetti più vicini e sembrano invece aver rinunciato alla speranza di potersi costruire un futuro migliore. La parola “speranza” viene citata da poco più di un quinto degli italiani (22%); erano un quarto un anno fa (26%) ma ben quasi 4 su 10 (37%) alle soglie del 2022 post pandemico (indagine di dicembre 2021). In maniera analoga cala anno dopo anno la quota di chi si aspetta un concreto cambiamento: si è passati dal 15% del 2022, al 13% del 2023 e al 12% del 2024. E tuttavia, le parole che più tendono a connotare l’anno appena iniziato sono positive: serenità (33%) e accettazione (28%).

Non stupisce che con un atteggiamento mentale di questo tipo, e con i redditi e rusparmi intaccati dall’inflazione, le persone non pensino a progetti e impostino i consumi all’insegna del low budget. Il rapporto Coop segnala che a forza di rinvii e rinunce, gli italiani si adattano ad una vita fatta di piccole cose, ad uno sguardo tutto rivolto al presente e non al futuro. A farne le spese sono soprattutto i grandi progetti e le occasioni di svolta della vita. Quasi un cittadino su 3 vorrebbe acquistare una casa (29%), oppure vorrebbe cambiare nazione (28%), ma già sa che non lo farà allo stesso modo il 30% degli occupati vorrebbe cambiare lavoro, ma sa che non sarà possibile farlo. Altro segnale amaro è che tra i giovani 20-40enni la metà (51%) si dichiara per nulla interessata a diventare genitore, mentre un ulteriore 28% vorrebbe un figlio, ma già prevede che non sarà possibile.

2.3 progetti di vita

Dato che l’attenzione è rivolta alla cura degli affetti, di sé e degli altri, tra le due sole voci di spesa in cui il numero di italiani che prevedono per il 2024 un aumento supera quanti prevedono una diminuzione compaiono proprio le spese per la salute e benessere (in aumento per il 24% del campione) e quelle per il consumo alimentare domestico (16%). Il 26% degli intervistati dichiara di voler spendere di più in prevenzione e controlli, il 23% in analisi di routine. Il 23% mette tra i buoni propositi per il 2024 la solita dieta, ma il 25% pensa a nuove abitudini alimentari e il 17% ragiona su Spa, meditazione e tecniche di rilassamento.

A rimetterci anche il tempo libero, in stand by cinema, teatri, concerti e musei (tutti con dei costi), a favore di passeggiate nella natura, lettura, qualche sport e un po’ di musica (con costi decisamente più ridotti). Piccola eccezione, almeno sulla carta, la voglia di vacanza. Dopo che nel 2023 molti avevano lasciato la valigia in soffitta chi per problemi di budget chi per contingenze climatiche, tra i propositi per il 2024, crescono coloro che pensano di tornare a viaggiare in Italia (il 68% con 8 punti percentuali in più sul 2023), o a viaggiare all’estero (42% con 7 punti percentuali in più sullo scorso anno).

Il rapporto completo è liberamente disponibile a questo link: https://italiani.coop/rapporto-coop-2023-winter-edition/

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