728x180

L’Assemblea Generale fotografa lo stato del comparto che valorizza i territori e i prodotti italiani. Tra le priorità le preoccupazioni per gli health warning irlandesi, inutili a combattere gli abusi di alcolici.

 Vini, Spiriti e Aceti italiani valgono oltre 20 miliardi di euro di fatturato e rappresentano il 21% dell’export complessivo Food & Beverage italiano. E’ quanto illustrato da Nomisma durante l’Assemblea Generale di Federvini che ha ospitato gli interventi dei Ministri dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida, degli Esteri Antonio Tajani, delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso e del Presidente dell’Agenzia ICE Matteo Zoppas.

Le evidenze sono state presentate a pochi giorni dall’approvazione, in Irlanda, del provvedimento che introdurrà i cosiddetti health warning sulle etichette di bevande alcoliche. Una norma che preoccupa il comparto non solo per le possibili conseguenze economiche sulle filiere produttive, contravvenendo al principio del libero scambio all’interno dell’Unione europea, ma anche per la totale assenza di distinzione tra consumo ed abuso senza informare correttamente il consumatore. Gli effetti degli health warning sugli stili di consumo sono stati presentati del professor Gregor Zwirn dell’Università di Cambridge che ha messo in luce l’inefficacia di tali strumenti sui comportamenti scorretti.

“La scelta irlandese mette sullo stesso piano consumo e abuso, senza intervenire sull’educazione ad un approccio responsabile e moderato - ha commentato Micaela Pallini, Presidente di Federvini – e quel che è peggio è che si rivelerà sostanzialmente inutile. Sulla questione, l’Italia ha saputo muoversi compatta, istituzioni e imprese, ma dobbiamo ora continuare a fare squadra sul piano internazionale per evitare che il caso irlandese possa indurre altri Paesi a seguire la stessa strada. Le nostre imprese esprimono un patrimonio non solo produttivo ma anche iconco per la loro capacità di rappresentare il nostro Paese nel mondo. L’Italia oltre ad essersi imposta a livello internazionale per la sua produzione di vini, spiriti e aceti, è anche un Paese tra i più virtuosi per lo stile di vita, di alimentazione e di consumo moderato. Alla base della decisione irlandese c’è la mancata comprensione che l’abuso si sradica e si combatte con l’educazione, non con il proibizionismo. L’Irlanda e più in generale Bruxelles guardino all’Italia, ai valori della dieta mediterranea e alla sua cultura di consumo consapevole”.

Federvini ha ribadito anche le critiche in merito alla riforma del regolamento europeo sugli imballaggi, che presenta evidenti rischi, quali quello di privilegiare le pratiche di riuso, difficili e costose da attuare da parte delle imprese, a discapito del riciclo che vede l’Italia ai vertici in Europa, e di spingere il mercato alla standardizzazione del packaging con effetti negativi sull’immagine dei prodotti.

Le nuove linee guida per le bevande alcoliche

L’educazione al consumo moderato delle bevande alcoliche resta una delle mission essenziali di Federvini. L’Assemblea Generale della Federazione ha offerto l’occasione per presentare le nuove “Linee Guida sull’autoregolamentazione nella comunicazione commerciale e promozionale delle bevande alcoliche”, un documento organico che riepiloga le raccomandazioni che tutte le aziende associate devono prendere a riferimento nelle proprie azioni di comunicazione al pubblico. Scopo delle Linee Guida è quello di garantire uno standard di comunicazione commerciale e promozionale di bevande alcoliche che sia corretto e trasparente e che promuova modelli di consumo ispirati ai criteri di misura e responsabilità.

Export e fuoricasa

Da segnalare infine l’andamento dell’export con una crescita nel 2022 rispetto all’anno precedente (con le eccezioni di Germania e Cina). Tra i mercati più ricettivi quello britannico (+46,5%) e giapponese (+25%). Record delle esportazioni di spiriti nazionali che lo scorso anno hanno prodotto un fatturato di 1.650 milioni di euro, +25% sul 2021. Bene anche l’aceto balsamico, con segno più a doppia cifra (+15% in valori rispetto al 2021) nei principali mercati di destinazione tra cui Stati Uniti e Germania.

Notizie positive anche sul fronte dei consumi fuori casa, in ripresa dopo il periodo pandemico (+19% delle visite rispetto al 2021), che genera nel complesso un fatturato 93 miliardi di euro.

 

Fonte: Ufficio Stampa Federvini

Pin It