In occasione della LXXX edizione delle Fiere Zootecniche di Cremona, il Consorzio Italiano Biogas (CIB) ha organizzato un convegno sulla “Qualità dell’aria e uso urea: tra divieti e opportunità di innovazione” per discutere il futuro della fertilizzazione agricola in Italia.

L’evento ha analizzato le possibili alternative per la razionalizzazione dei piani di concimazione, integrando in modo efficace la fertilizzazione organica. In questo contesto è stato sottolineato dal CIB, che riunisce più di 800 aziende agricole produttrici di biogas e biometano da fonti rinnovabili e più di 221 società industriali fornitrici di impianti, tecnologie e servizi per la produzione di biogas e biometano, come serva un piano di intervento di lungo periodo per il miglioramento della qualità dell’aria e che, in particolare, si valuti tra gli strumenti di abbandono delle attuali pratiche di concimazione e fertilizzazione, il digestato.

Il ricorso ai fertilizzanti organici è comunque una tendenza già in atto: negli ultimi anni, l’Italia si è dimostrata virtuosa nell’uso dei fertilizzanti, riducendo di circa l’8% l’utilizzo di concimi azotati grazie anche a un maggiore uso del digestato e degli effluenti zootecnici.

Il digestato è il materiale residuo che si ottiene dal processo di digestione anaerobica, cioè la fermentazione della biomassa in assenza di ossigeno, all’interno degli impianti biogas o biometano.

In sostanza si tratta di quello che rimane dopo che microrganismi hanno “mangiato” la parte organica più facilmente degradabile di: liquami zootecnici, letame, scarti agricoli, residui alimentari, frazione organica dei rifiuti (FORSU), negli impianti che la trattano. È considerato un fertilizzante naturale e un ammendante del terreno che permette di migliorare la fertilità del suolo, la disponibilità di nutrienti per le piante e la struttura del terreno (soprattutto il digestato solido).

Così ha spiegato la posizione il Presidente CIB, Piero Gattoni: “Di fronte a queste sfide climatiche che coinvolgono il Bacino Padano occorrerebbe definire un piano d’azione di lungo periodo che ponga obiettivi di miglioramento della qualità dell’aria graduali piuttosto che rigidi divieti. Occorre infatti accompagnare le aziende agricole in un percorso sostenibile che eviti di compromettere le produzioni attuali e costi aggiuntivi per il settore. In questo percorso di graduale abbandono delle attuali pratiche di concimazione la fertilizzazione organica efficiente con digestato può essere uno strumento chiave per raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni derivate dall’agricoltura, contribuendo così al miglioramento della qualità dell’aria.”

“Per spingere nella direzione auspicata dal Piano di Azione serve un’azione altrettanto incisiva che consenta l’equiparazione del digestato ai fertilizzanti chimici promuovendo un piano di sviluppo del settore che possa assorbire la crescente domanda di questo importante sottoprodotto e che semplifichi l’applicazione della direttiva nitrati” ha dichiarato Fabrizio Adani, Professore dell’Università degli Studi di Milano.

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Un interessante case history

A ribadire la bontà del digestato come alternativa concreta all’impiego dell’urea è intervenuto Emilio Folli, consigliere della Farming for Future Foundation, presentando l’esperienza della società agricola Palazzetto, caso concreto di concimazione con digestato. Emilio ha chiuso il convegno dichiarando che: “Grazie all’utilizzo delle migliori tecnologie e tecniche di gestione agronomica del digestato, siamo riusciti ad arrivare alla quasi completa sostituzione dei concimi di sintesi. Questo ci ha inoltre permesso di migliorare negli anni le caratteristiche chimico-fisiche dei nostri suoli, determinando un costante aumento della fertilità e quindi a migliori e maggiori produzioni colturali”.

 

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