L'industria gelatiera nostrana guarda sempre di più alla sostenibilità, tra consumi energetici, emissioni di anidride carbonica e packaging.
A confermarlo sono i dati del Rapporto di sostenibilità 2020 dell’IGI (Istituto del gelato confezionato), presentato in occasione del Food and science festival a Mantova, che ha preso in considerazione i principali impatti ambientali del settore in materia di energia, acqua, CO2 e rifiuti prodotti e il loro andamento negli ultimi anni.
Secondo il documento, nel periodo 2013-2019 l’impatto nell’economia delle aziende gelatiere italiane ha visto il risparmio di 10.112.433 kg di anidride carbonica, pari al ritiro dalla circolazione di 5.230 autovetture. A questi si aggiungono 7.103.742 kg di rifiuti recuperati e avviati al riciclo o alla valorizzazione energetica, oltre al 100% dell’energia rinnovabile da rete certificata con Garanzia di Origine.
Anche se i passi da compiere sono ancora molti per arrivare ad un'industria pienamente sostenibile, ci troviamo comunque di fronte ad un percorso avviato: “Le aziende hanno intrapreso il percorso della sostenibilità da molto tempo - ha affermato Antonio Feola, responsabile sostenibilità Unionfood - E l’hanno fatto intraprendendo una politica di sostenibilità che passa attraverso la misurazione del loro impatto a livello di stabilimento e la misurazione degli impatti in tutta la filiera”.