Cresce l'attenzione delle aziende del settore verso l'aspetto della circolarità. Molte attività (più del 43%) si stanno infatti organizzando per integrare l'economia circolare nelle strategie aziendali, mentre il 50% ha già delle iniziative in essere.
Secondo i dati emersi da una recente indagine condotta da DNV e World Business Council for Sustainable Development (WBCSD), sono diverse le ragioni che stanno spingendo le aziende ad implementare iniziative di economia circolare: tra le principali, la possibilità di ridurre i costi per mezzo del miglioramento dei processi e dell’ottimizzazione delle risorse, il miglioramento della reputazione aziendale e la necessità di venire incontro alle esigenze del cliente per mettersi al riparo dai competitors. Le strategie in atto più diffuse sono il recupero delle risorse, applicato dal 36% delle aziende, e la sostituzione delle risorse tradizionali con alternative completamente rinnovabili, riciclate o biodegradabili, perseguita dal 20% delle attività.
Le aziende che hanno adottato strumenti di economia circolari ne hanno beneficiato sotto molti aspetti, soprattutto in termini di risparmio e miglioramento della brand reputation. A frenare le aziende che non implementano tali progetti, sono soprattutto i costi e la mancanza di un quadro di riferimento tecnico e legale comune, oltre che di incentivi economici e normativi.
“C’è attenzione da parte delle aziende del settore per l’economia circolare. Non credo possa essere altrimenti per un comparto come quello alimentare, così legato al benessere e alla salute dell’utente finale - afferma Stefano Santamato, Sales Manager Central & Southern Europe di DNV - Sono convinto che le aziende che sapranno sviluppare un modello di business che tiene conto della circolarità ne potranno trarre un vantaggio competitivo. Lo stiamo già vedendo e le aziende del settore food hanno tratto benefici più alti della media.”