ISMEA ha pubblicato il nuovo report Agrumi Italia sui numeri e le tendenze del comparto agrumicolo che segnala come la produzione italiana di agrumi oggi ammonti a 3 milioni di tonnellate e valga circa 1,9 miliardi di euro. Le esportazioni hanno generato incassi per 293 milioni di euro (+9%), con la Germania primo mercato di sbocco.
Una buona notizia su tette: la siccità che ha colpito in particolare la Sicilia tra il 2023 e il 2024 non ha compromesso la qualità della produzione che, pur presentando frutti mediamente di calibro inferiore, si è rivelata ottimale sotto il profilo organolettico. Le previsioni dicono che la campagna agrumicola 2024/25 è stimata in lieve diminuzione rispetto alla precedente: tuttavia il processo di ammodernamento del tessuto produttivo sta iniziando a mostrare i primi effetti positivi.
Il report evidenzia come la coltivazione delle arance stia attraversando una fase di profonda ristrutturazione a livello produttivo: i piccoli agrumeti, gestiti per lo più da imprese non professionali, stanno lasciando spazio a nuovi impianti caratterizzati dall'impiego di varietà o cloni moderni, con l'adozione di nuovi sesti di impianto e di tecniche irrigue, nutrizionali e di difesa sempre più innovative.
E sono evidenti i primi segnali positivi derivanti dal processo di ammodernamento e riorganizzazione della produzione e della commercializzazione che hanno favorito l’aumento delle esportazioni. Tra ottobre e dicembre 2024 l’export di arance ha registrato ritmi più sostenuti rispetto agli ultimi anni (+19% rispetto alla media dell'ultimo triennio), mentre i quantitativi importati risultano in calo (-15%).
Numeri e tendenze globali
ISMEA ha diffuso anche il primo report Tendenze Agrumi del 2025: partendo dal contesto globale ed europeo, la produzione mondiale di arance 2024/25 è stimata in 45,2 milioni di tonnellate, in calo lieve rispetto alla campagna precedente (-1,5%), a causa della riduzione dei raccolti in USA, Egitto e Turchia mentre in Brasile il raccolto aumenterebbe rispetto al 2023/24. La produzione dell'Unione europea dovrebbe ridursi di 70mila tonnellate rispetto alla campagna precedente.
Nel nostro Paese nell'ultimo anno la superficie in produzione è diminuita del 3%. Il raccolto rispetto alla campagna 2023/24 vede una prevalenza di frutti di calibro medio e piccolo. La campagna è iniziata con circa due settimane di ritardo rispetto ai normali calendari di maturazione e raccolta con prevalenza di frutti scarsamente pigmentati sulla buccia. Nel prosieguo della campagna le caratteristiche organolettiche si sono normalizzate con punte di eccellenza.
I prezzi all'origine hanno evidenziato incrementi sia rispetto alla campagna 2023/24 sia rispetto alla media delle ultime campagne. Il differenziale di prezzo all'origine rispetto allo scorso anno si è assottigliato con il progredire della campagna di raccolta e di commercializzazione. La scarsa dinamicità della domanda dell'industria di trasformazione ha determinato il rallentamento delle operazioni di compravendita con conseguenti ripercussioni sui listini all'origine.
Dopo l'incremento del 16% della scorsa campagna, nei primi tre mesi della campagna in corso le esportazioni di arance sono aumentate ulteriormente del 19% rispetto al livello medio dell'ultimo triennio, a fronte di un calo delle importazioni. I prezzi internazionali anche in flessione, si mantengono su livelli elevati, sia per il prodotto importato sia per quello esportato.
Nel periodo ottobre 2024 - febbraio 2025 le vendite di arance hanno registrato una sostanziale stabilità in termini di quantità su base annua. L'aumento del prezzo medio di vendita, +2,5% su base annua, ha determinato l'incremento del 2% della spesa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Rispetto alle prospettive il report ricorda che in Italia la campagna 2024/25 delle arance è caratterizzata da un'offerta non molto abbondante a causa della siccità e dei fenomeni meteo che si sono susseguiti nel corso dell'anno. E gli acquisti per il consumo domestico delle famiglie sono sostanzialmente stabili rispetto allo scorso anno. A dare un quadro positivo sono i dati delle esportazioni di dicembre 2024 che infondono un cauto ottimismo per il prosieguo della campagna che terminerà con qualche settimana di anticipo rispetto alla norma e ciò aprirà le porte al prodotto mediterraneo e sudafricano, alimentando un consumo fuori stagione che sta crescendo anno dopo anno.
A questo link è disponibile il report completo