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La produzione torna a crescere leggermente dopo anni difficili, ma resta sotto la media e il settore continua a fare i conti con clima avverso, costi elevati e domanda debole. L’Italia consolida il suo ruolo di primo produttore dell’UE.

Secondo l’analisi pubblicata dal Copa-Cogeca, l’associazione europea degli agricoltori e delle cooperative agricole, il settore vitivinicolo dell’Unione mostra nel 2025 segnali di ripresa dopo la flessione degli ultimi anni. La produzione complessiva è stimata in 145,5 milioni di ettolitri, pari a un incremento dell’1% rispetto al 2024, ma ancora sotto del 7,5% rispetto alla media quinquennale. La ripresa è però disomogenea. Mentre alcune regioni hanno beneficiato di condizioni climatiche favorevoli, altre hanno subito gli effetti di siccità, ondate di calore e incendi, con ripercussioni importanti sui volumi.
Il mercato rimane inoltre sotto pressione. La domanda interna è debole, i consumi nei Paesi chiave sono in calo e le esportazioni verso gli Stati Uniti risentono dei dazi ripetutamente applicati negli ultimi mesi. Margini e redditività restano limitati.
Il Copa-Cogeca sottolinea la necessità di misure di sostegno mirate, in particolare investimenti per l’adattamento climatico, programmi di ristrutturazione dei vigneti e politiche commerciali più stabili.

Dati Vino Europa

Situazione nei principali Paesi produttori

Italia
L’Italia rimane primo produttore a livello europeo con una stima di 47 milioni di ettolitri. La produzione è in aumento rispetto al 2024 e si colloca leggermente sopra la media degli ultimi cinque anni.
Sono 19 regioni su 20 a registrare una crescita, con un’accelerazione particolarmente forte nel Mezzogiorno: Basilicata, Abruzzo e Molise aumentano la produzione tra il 25% e il 40%.
L’inverno e l’autunno miti, e abbondanti riserve idriche in molte zone, hanno favorito l’avvio della stagione. Tuttavia, la primavera molto piovosa ha aumentato la pressione peronospora, richiedendo più interventi fitosanitari e maggiori costi operativi.
Il Veneto si conferma la regione leader con 12 milioni di ettolitri.
Segnale importante: crescita senza grandi danni climatici, ma con costi di produzione ancora elevati.

Francia
La Francia si attesta attorno ai 37 milioni di ettolitri, recuperando il secondo posto in Europa ma rimanendo 12% sotto la media quinquennale. Coulure e millerandage durante la fioritura, eventi estremi e incendi nel sud del Paese hanno inciso sui rendimenti. Prosegue inoltre il programma di riduzione strutturale delle superfici vitate.

Spagna
La Spagna registra 31,5 milioni di ettolitri, in calo del 15% e ben al di sotto della media storica. L’estate estremamente secca e le frequenti ondate di calore hanno penalizzato le rese, accentuate anche dalla peronospora. Nonostante ciò, la qualità dei vini della vendemmia 2025 è considerata molto elevata.

Germania
Secondo anno consecutivo di riduzione: volumi -8%, circa 14% sotto la media quinquennale. Alla flessione produttiva si aggiunge una domanda interna in calo, con effetti negativi sui prezzi.

Portogallo
Calano i volumi dell’11%, il peggior risultato tra i principali produttori, per stress idrico e temperature estive elevate.

Nord Europa
Svezia cresce da una base ancora piccola (circa 2.000 hl) ma entra per la prima volta tra i Paesi rappresentati all’evento europeo della vendemmia, evidenziando come l’innalzamento delle temperature stia ridisegnando la geografia vitivinicola del continente.

 

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