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Sono molti gli esempi di aziende che li recuperano in modo virtuoso, trasformandoli in energia o cibo per animali.

Tra queste figura Conserve Italia, che ogni anno recupera oltre 50mila tonnellate di sottoprodotti. I residui della lavorazione dei legumi secchi sono destinati a uso alimentare zootecnico e convogliati nella digestione anaerobica, mentre quelli di piselli, fagiolini, fagioli e altri vegetali sono recuperati come fertilizzante agricolo o per la digestione anaerobica. La frazione solida nei residui della lavorazione della frutta è convertita a produzione di energia per mezzo di digestione anaerobica.

Altre aziende, come ad esempio Amadori, si sono dirette verso il pet food, prodotto attraverso i sottoprodotti della macellazione; il grasso, recuperato e convertito in biocombustibile, viene invece impiegato nell'acquacoltura. Strada percorribile anche per i residui provenienti da conserve ittiche: Callipo Conserve Alimentari si è mobilitata per valorizzare gli scarti della lavorazione del tonno e trasformarli in prodotti ad alto valore aggiunto di omega-3, declinabili nell’ambito della nutraceutica, della bioenergia o dei biofertilizzanti.

Fonte: Il Sole 24 Ore

 

 

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