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L’associazione kefir-benessere è già nel significato della parola kefir e nelle sue origini caucasiche, terra di donne e uomini centenari. Il kefir prodotto secondo la logica industriale della qualità mantiene la promessa di benessere implicita nel suo nome?
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Con l’acronimo IA oggi si identificano le intelligenze artificiali che in vari modi – palesi e occulti e senza regole internazionali condivise – stanno cambiando il mondo. Un cambiamento radicale che viene da molto lontano, quasi un attraversamento di un grande deserto inteso come un labirinto “simbolo naturale della perplessità” (J.L. Borges).
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Quella dei microbiomi sono comunità di microbi (inclusi batteri, funghi, virus, archaea, etc.) che popolano diversi habitat. Nonostante siano invisibili a occhio nudo, questi microscopici abitanti del pianeta sono praticamente ovunque: dentro e sopra le piante, gli animali, l’acqua, il suolo, il cibo e gli esseri umani. I microbiomi contribuiscono attivamente al sostegno dei sistemi alimentari e al mantenimento della salute delle persone.
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Il mondo là fuori non smette di correre, più veloce di quanto la nostra amata tradizione possa reggere, e noi, suoi custodi d’eccellenza, rischiamo di diventare come quei castelli di sabbia che lasciamo sulla spiaggia: belli da vedere, ma destinati a scomparire alla prima onda.
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Dal 1992, anno del Regolamento 2081/92, sono in continuo aumento le IG, sia in volume che a valore. Un successo dovuto alla differenziazione dei prodotti, al legame con il territorio e all’effetto sulle economie locali. Quello che spesso ci si chiede è se tradizione e innovazione possano coesistere.
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L’equazione di Van Slyke e Publow predice la resa di caseificazione del Cheddar dal 1908 e molte altre sono seguite utilizzando due modelli diversi. Il primo, teorico, non dipende dal tipo di prodotto.
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Dopo la visita al laboratorio per le simulazioni di processo presso il Campus di Santa Monica di UNICATT-Cremona, il prof. Lorenzo Morelli, Direttore DiSTAS, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari per una filiera agro-alimentare Sostenibile della Facoltà di Scienze Agrarie, alimentari e ambientali, accompagnò il suo ospite pensionato a visitare l’Aula Magna, già famosa nel Seicento come “Duomo delle monache”, per la sua imponenza e per la ricchezza delle opere d’arte di Giuseppe Natali e Robert de Longe.
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Adulterazione alimentare? Sofisticazione, contraffazione o alterazione? Nel comparto alimentare spesso si parla o si scrive di adulterazioni, sofisticazioni, contraffazioni e alterazioni, come se i termini fossero sinonimi.
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Secondo un report di una nota società di servizi alle imprese, Deloitte, the Conscious consumer, 2021, salute e sostenibilità rappresentano criteri sempre più strategici nelle scelte alimentari dei consumatori. Oggi, infatti, la maggior parte di noi è diventata – teoricamente – più attenta all’impatto dell’alimentazione sulla propria salute, prediligendo cibi più salutari, possibilmente del territorio e preparati a livello domestico.
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Da buon milanese, ma anche e soprattutto come Tecnologo Alimentare, non posso esimermi dal condividere il mio entusiasmo nell’aver visto la nostra splendida città, Milano, al centro dell’innovazione durante eventi di prestigio internazionale come la Milano Design Week che ha confermato la tendenza di crescita con 182 iniziative (+3,4% rispetto al 2023) per un totale di 1.326 appuntamenti in città (+10,5%).
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Il nostro impegno collettivo darà forma a un futuro in cui il cibo ispirerà un cambiamento positivo e una resilienza per le generazioni future.
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Essere o non essere capaci di scegliere e far scegliere un prodotto con o senza denominazione. Peculiari caratteristiche qualitative dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui gli alimenti sono stati prodotti.
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Solo pochi mesi fa con l’accordo dei “triloganti” di fine legislatura dell’Unione Europea (l’italiano De Castro per il Parlamento, lo spagnolo Planas per il Consiglio e il polacco Wojchechowski per la Commissione) è stato approvato, con maggioranza “bipartisan” del 90%, il testo unico sulle produzioni di qualità con indicazione geografica (IG) per garantire un maggiore allineamento e una migliore tutela delle filiere agroalimentari, incluse quelle vitivinicole.