Presentato il Rapporto Ismea-Qualivita 2025, l'analisi della cosiddetta DOP economy italiana, con i valori economici e produttivi dei settori DOP IGP agroalimentare, vitivinicolo e, per la prima volta, anche delle bevande spiritose.
Continua la tendenza positiva della DOP economy italiana: secondo l’analisi del XXIII Rapporto Ismea-Qualivita il settore raggiunge 20,7 miliardi € di valore alla produzione nel 2024 (+3,5% su base annua), registrando una crescita del +25% rispetto al 2020. Con questo risultato contribuisce per il 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare nazionale.
Cresce nell’anno anche il numero di Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero dell’agricoltura: 328 realtà attive in tutta Italia che coordinano il lavoro di 184.000 operatori dei comparti cibo, vino e bevande spiritose generando lavoro per oltre 864.00 occupati.
Il peso dell’export
Le esportazioni del comparto DOP IGP hanno raggiunto il valore di 12,3 miliardi €, in crescita del +8,2% sul 2023 e del +24% rispetto al 2020. Crescita più consistente per il settore cibo che sale a 5,15 miliardi € (+12,7% in un anno), evidenziando un incremento a doppia cifra per formaggi, ortofrutticoli e cereali, oli di oliva. Bene anche il vino che con un +5,2% su base annua raggiunge 7,19 miliardi €, rappresentando ben l’88% dell’export vinicolo italiano.
Complessivamente, per cibo e vino, l’export cresce sia nei Paesi UE (+5,9%) che nei Paesi Extra-UE (+10,4%), con gli USA primo mercato di destinazione con oltre un quinto (22%) delle esportazioni italiane DOP IGP. Rispetto alla spinosa questione dei dazi americani, un focus realizzato con Origin Italia evidenzia che, a ottobre 2025, il 48% delle filiere ha avvertito gli effetti negativi di questa guerra commerciale e il 61% dei Consorzi ha avviato strategie di diversificazione dei mercati, sebbene solo uno su tre preveda un impatto significativo dei dazi nel lungo periodo.
Una filiera di primaria importanza
Alla base delle filiere DOP IGP vi sono 183.823 operatori (175.358 produttori e 31.724 trasformatori) in calo del -5,6% sul 2023. L’elaborazione dei dati Inps sui rapporti di lavoro nella fase agricola e di trasformazione mostra, invece, per il 2024 una stima di 864.441 occupati nel settore IG, pari al +1,6% sul 2023. Un inedito approfondimento dell’Istat mostra che la presenza di imprenditori più giovani della media, con maggiore formazione specialistica, propensione all’innovazione e alla multifunzionalità: fattori che si traducono in risultati economici migliori, con una produzione standard media superiore di oltre tre volte rispetto al complesso delle aziende agricole nazionali.

Differenze regionali
Andando ad approfondire le peculiarità geografiche, il rapporto segnala valori in crescita in quattordici regioni italiane su venti. Le quattro regioni del Nord-Est si confermano “motore pulsante” con un valore aggregato di 11,24 miliardi €: il Veneto sfiora i 5 miliardi di valore, Emilia-Romagna (+3,0%) e Friuli[1]Venezia Giulia (+8,1%) rafforzano ulteriormente il risultato dell’area. Molto bene nel complesso il Nord-Ovest (+7,1%), trainato per il secondo anno di fila dalla Lombardia, che raggiunge i 2,9 miliardi € e con +13,1% cresce per il quarto anno consecutivo. L’area Sud e Isole aumenta del +3,4% su base annua, trainata da Campania (+3,1%), Puglia (+12,2%) e Sicilia (+4,0%), ma anche per Abruzzo (+4,1%) e Calabria (+8,2%) la variazione su base annua è positiva. Il Centro, dopo la flessione del 2023, segna un ulteriore -0,9%, malgrado il lieve recupero della Toscana (+0,5%) e la crescita dell’Umbria (+3,4%).

Il cibo
L’agroalimentare DOP IGP STG nel 2024 cresce per il quarto anno di fila, con un valore alla produzione di 9,64 miliardi € (+7,7% in un anno e +48% dal 2014) e un fatturato al consumo finale di 18,57 miliardi €. Si mantiene piuttosto stabile il valore alla produzione per i prodotti di panetteria e pasticceria (+0,7%) e per i prodotti a base di carne (-0,9%), a fronte della crescita, in certi casi anche a doppia cifra, di tutte le altre categorie: formaggi (+10,5%), ortofrutticoli (+6,0%), aceti balsamici (+7,9%), paste alimentari (+11%), oli di oliva (+46,9%) e carni fresche (+4,3%).
Il sistema conta 86.346 operatori, 597mila occupati (+2,0%), 189 Consorzi di tutela autorizzati dal Masaf e 36 Organismi di controllo.
Il vino
Dopo la battuta d’arresto del 2023, il settore del vino DOP e IGP torna a mostrarsi stabile nel 2024, sia per produzione sia per valore, mentre le esportazioni riprendono a crescere. Il valore del vino imbottigliato raggiunge 11,04 miliardi €, con andamenti eterogenei tra aree e denominazioni: tra le prime dieci DOP e IGP, cinque registrano un aumento e cinque un calo su base annua, mentre a livello territoriale nove regioni su venti hanno variazione positiva. La filiera conta 97.236 operatori, 331mila occupati (-0,6%), 138 Consorzi di tutela autorizzati dal Masaf e 12 Organismi di controllo.
Il commento
“I dati di questo Rapporto confermano che le Indicazioni Geografiche rappresentano non solo un modello avanzato di sviluppo economico, ma anche una politica di successo per il nostro sistema produttivo agricolo e alimentare – conferma Cesare Mazzetti Presidente Fondazione Qualivita - Appare quanto mai attuale avviare una revisione nazionale della strategia di promozione della qualità, oggi basata su molti riconoscimenti, anche regionali, spesso sovrapposti tra loro. È un’opportunità importante per definire una linea d’azione coerente sui prodotti DOP e IGP, in sintonia con la candidatura della Cucina Italiana a patrimonio Unesco”.






