Per garantire la freschezza dei prodotti caseari e preservarne gusto e qualità, è necessario mantenere costanti temperature e umidità negli ambienti in cui essi vengono conservati e, nel caso del Grana Padano, stagionati. Per questo tutti gli stabilimenti di Latteria Soresina sono dotati di impianti di climatizzazione che, in linea con i valori di rispetto ambientale e salvaguardia del territorio dell’azienda, sono recentemente stati oggetto di un importante processo di revamping energetico.

Il trend di crescita potrebbe continuare, proiettando l’Italia verso l’autosufficienza produttiva. Sul comparto lattiero-caseario pesano i costi produttivi e la difficoltà di adeguare i listini di vendita, soprattutto nella GDO. Opportunità potrebbero invece arrivare dalla transizione ecologica e digitale.

Riccardo Deserti, classe 1967, laurea in Scienze Agrarie, dopo le prime esperienze professionali presso la Società di studi economici Nomisma, poi proseguite al Ministero delle Politiche Agricole come Direttore Generale dei prodotti di qualità, è nominato Direttore generale del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano nel 2012. Lo scorso 23 novembre, con mandato biennale, è stato eletto presidente di oriGIn-GI (Organization for an International Geographical Indications Network), con sede a Ginevra.

Il progressivo sviluppo che ha caratterizzato il comparto lattiero caseario nazionale negli ultimi anni è senz’altro da attribuirsi alle performance dell’export, e solo in misura minore al mercato interno da tempo poco dinamico. Nel 2021 le vendite sui mercati esteri hanno raggiunto i 3,9 miliardi di euro rappresentando ormai un quarto del valore della produzione. Il saldo commerciale ampiamente positivo ha sfiorato nell’ultimo anno i 900 milioni di euro, mentre fino al 2018 l’Italia versava in saldo negativo, fortemente deficitario per decenni. Le esportazioni godono degli elevati standard qualitativi garantiti dalle aziende nazionali e dell’appeal dei prodotti Made in Italy.

Dal 24 al 26 maggio 2022 si terrà il primo convegno digitale del comparto lattiero caseario italiano, sui temi attuali della transizione economica, digitale ed ecologica. 60 esperti saranno impegnati in 12 sessioni, suddivise in 3 giorni per analizzare le novità del settore e le tematiche di maggior interesse.

La pandemia non ha fermato la crescita della Mozzarella di Bufala Campana DOP che nel 2021 supera i 54 milioni di chilogrammi di produzione certificata, registrando così un aumento del 7% rispetto all’anno precedente e di ben il 22% in più di quanto prodotto cinque anni prima (rispetto a una crescita complessiva dell’intero comparto dei formaggi DOP italiani pari a meno della metà, +10%).

La Scuola Casearia, sede coordinata dell’Istituto di Istruzione Superiore “Stanga” di Cremona, è presente a Pandino (CR) dal 1954 ed è parte di una istituzione scolastica altamente complessa, che riunisce le scuole di agraria del cremonese e del cremasco e vanta la presenza di due aziende agrarie e di un caseificio. 

Si è tenuta a Reggio Emilia, presso la sede del Consorzio Parmigiano Reggiano, la conferenza stampa di presentazione dei risultati del progetto “benessere animale”, mirato ad aumentare la qualità della vita delle bovine che contribuiscono alla produzione lattiero-casearia, incentivando e responsabilizzando gli agricoltori. Hanno partecipato, oltre al presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, gli assessori regionali Alessio Mammi (Emilia-Romagna) e Fabio Rolfi (Lombardia).

In attività dal 1975, il caseificio F.lli Starace lavora latte vaccino a crudo per la produzione di formaggi tipici della Regione Campania. Abbiamo fatto una lunga chiacchierata con Achille De Luca, ingegnere informatico per (prima) scelta e imprenditore caseario per tradizione e curiosità. L’uomo che da 31 anni “sussura ai Caciocavalli” ci ha raccontato come ha costruito la sua professione e anche il successo della piccola azienda di famiglia tra tradizione e rinnovamento, curiosità e condivisione del sapere.

Un micro-transponder p-Chip, più piccolo di un grano di sale ed altamente resistente, integrato nell’etichetta di Caseina garantirà l’autenticità e tracciabilità. La nuova tecnologia digitale fornirà una garanzia in più sull’autenticità del prodotto nell’interesse dei produttori, di tutta la catena distributiva e del consumatore finale.

La produzione del formaggio “Stelvio o Stilfser” storicamente è identificabile a partire dal 1914, dove in alcuni documenti del caseificio di Stilf (Stelvio) si parla della produzione di questo formaggio. Tracce dell’utilizzo dello Stelvio presso la popolazione contadina e non risalgono già a secoli prima. Questo formaggio ha rappresentato per la prima metà del XX secolo il nutrimento della povera gente, mentre successivamente e fino ai giorni nostri grazie alla costituzione delle cooperative dei produttori e trasformatori di latte è stato creato un indotto economico e sociale che ha permesso di creare una realtà produttiva significativa sia economicamente che socialmente per il territorio altoatesino.