“L’aumento dei costi, dall’energia alle materie prime, pesa sui bilanci delle imprese. C’è stata una forte compressione dei margini, alcuni addirittura stano lavorando in negativo. È in pericolo la tenuta del sistema industriale. L’imperativo è resistere e per farlo occorre avere la risorse finanziarie”. 

Con queste parole in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore Giovanni Baroni, Presidente della Piccola Industria, ha parlato dell’emergenza del momento ovvero quella energetica. Le Pmi, ossia il 90% delle aziende italiane, stanno vivendo questa difficile fase congiunturale, Baroni ha messo l’accento non solo sul caro bollette ma anche sulla mancanza di liquidità: “la capacità di resistere è diversa tra le grandi e le piccole, già messe a dura prova dalla pandemia. Avere liquidità per far fronte agli aumenti è prioritario, anche perché i fornitori di energia stanno chiedendo fideiussioni alle imprese e molte, non potendoselo permettere, stanno ricorrendo ai fornitori di ultima istanza”.

Secondo Baroni, per sostenere le imprese strette nella morsa dei prezzi dell’energia e della carenza di liquidità “servono misure tempestive perché a preoccupare le industrie c’è anche la mancanza di visibilità e l’incertezza sulle prospettive: ad agosto abbiamo visto prezzi stellari del gas, a ottobre il livello si è molto ridimensionato. Cosa accadrà nei prossimi mesi è un’incognita. Va nella giusta direzione la proroga della moratoria dei crediti concessi alle imprese per il Covid, fermo restando che deve essere concordata con la Ue per evitare complicazioni. Sarebbe anche opportuna una garanzia statale sulle forniture, in modo da evitare la richiesta di fideiussioni nei confronti delle imprese”.

Inoltre, la scarsa liquidità ha un evidente riflesso sugli investimenti: “C’è una grande preoccupazione su questo aspetto,” ha sottolineato il Presidente della Piccola Industria. “È chiaro che se le imprese devono impiegare più risorse per sostenere i costi non hanno le risorse sufficienti per investire. Una circostanza aggravata anche dall’incertezza sul futuro. Investire invece è fondamentale per innovare ed essere competitivi, un imperativo per ogni azienda, reso ancora più urgente dalla transizione ambientale e digitale”. Ciò che serve è un intervento mirato: “un provvedimento, chiamiamolo una nuova Industria 4.0, focalizzata sulle transizioni. Oppure un intervento sugli utili reinvestiti. C’è un ampio raggio di azioni da mettere in campo. L’importante è farle e agire tempestivamente”.

E sui 30 miliardi per l’energia stanziati dal governo nel primo consiglio dei ministri Baroni ha detto: “È stata una decisione positiva. Se sarà sufficiente dipenderà dall’andamento del prezzo del gas. Ultimamente sta calando. Ma lo scenario, ripeto, è incerto. Dipenderà anche dall’Europa. L’Unione Europea è mancata totalmente. Ogni paese si sta muovendo in base ai propri interessi, creando asimmetrie all’interno dell’Unione. Questo penalizza i paesi più esposti al caro energia, come l’Italia, oltre a minare anche la stessa idea di Europa. Mi auguro che sia arrivi quanto prima ad un’azione comune, i mercati reagirebbero positivamente”.

Il Presidente della Piccola Industria si è soffermato anche sull’effetto che pandemia e caro energia hanno avuto sull’accorciamento delle filiere: “Il rientro delle produzioni può essere un’occasione per le nostre aziende. Ma per modificare e innovare le produzioni in base alle nuove esigenze occorrono investimenti. Torniamo quindi al discorso iniziale: in questa fase bisogna resistere, avere le risorse per farlo e per investire”.

 

Fonte: confindustria.it
Foto: shutterstock

 

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