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Confezionamenti a base di alghe marine, sacchetti biodegradabili prodotti con la fecola di patate: soluzioni innovative create per diminuire la quantità di rifiuti alimentari ridurre al contempo la nostra dipendenza dalla plastica esistono già. Come può tuttavia un’azienda decidere quale sia l’imballaggio che si adatterà meglio al proprio prodotto?

Con l’aumento della domanda di alimenti prodotti in modo responsabile, la sostenibilità degli imballaggi in plastica, ad esempio, è stata messa in discussione a seguito della vasta dispersione in corsi d’acqua, mari e oceani. Tuttavia, la plastica gioca un ruolo importantissimo nell’impedire che gli alimenti vengano sprecati; proteggendolo durante i lunghi viaggi, incrementando la durata di conservazione e aiutando i consumatori a vedere esattamente cosa stanno acquistando. 

Il volume d’affari legato alle macchine per il food packaging a livello mondiale vale 15.3 miliardi di euro, con una crescita media annua prevista del 2.1% entro 2025. Dati interessanti anche per il mercato mondiale della trasformazione alimentare che prevede una crescita del 5.1% medio annuo fino al 2025. Nello stesso periodo l’industria italiana sarà protagonista con una crescita attesa del 4% medio annuo per quanto riguarda il food packaging e del 2.8% medio annuo per lo stesso periodo per il food processing (Fonte: Ipack Ima Business Monitor in collaborazione con Mecs).

U-label, sviluppata in 24 lingue, consente di fornire ai consumatori in modo chiaro e trasparente, tutte le indicazioni nutrizionali e la lista degli ingredienti dei vini. La piattaforma prevede il rilascio di un QR Code per ciascun prodotto registrato. Una volta inquadrato con il proprio smartphone il QR Code presente sull’etichetta, il consumatore potrà accedere alle informazioni organolettiche e nutrizionali del prodotto, ai messaggi sul consumo responsabile e all’etichettatura ambientale degli imballaggi.

UCIMA (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il Confezionamento e l’Imballaggio) è l’associazione nazionale di categoria che riunisce, rappresenta e assiste i costruttori italiani di macchine per il confezionamento e l’imballaggio.

“La plastica è un materiale meraviglioso, comodo, utile ma vittima del suo successo”, ha detto Carlo Alberto Pratesi, docente di marketing, innovazione e sostenibilità dell’Università Roma Tre. Una sintesi suggestiva per dire che, pur non negando i progressi che la plastica ha permesso di raggiungere in ogni campo di applicazione (nell’alimentare pensiamo a shelf-life, sicurezza, convenience…), oggi dobbiamo affrontare il nodo del suo impatto ambientale. Una situazione dovuta non tanto al materiale in sé ma all’uso, all’abuso e alla gestione del fine-vita.

La strategia “From Farm to Fork” prevede tra i propri obiettivi lo sviluppo di un consumo alimentare sostenibile: tra le azioni per raggiungere questo risultato vi è la necessità di fornire ai consumatori gli strumenti necessari, come ad esempio l’etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore dell’imballaggio, per compiere scelte alimentari consapevoli, sane e sostenibili a vantaggio della salute e della qualità della vita.

Nutrinform, il sistema di etichetta “a batteria” dei prodotti alimentari proposto dall’Italia, risulta essere una delle due modalità più apprezzate dal consumatore in relazione ai comportamenti e alle abitudini di acquisto. Nutrinform, infatti, risulta essere particolarmente apprezzato dai canadesi, con un indice di gradimento di 102, e dai russi (71); anche la tabella nutrizionale dell’attuale etichetta viene molto apprezzata, con un punteggio massimo di 110 in Canada e di 81 in Russia. Il Nutriscore, conosciuto anche come etichetta “a semaforo”, è al contrario il sistema meno gradito, con indici negativi in molti Paesi (con picchi di -109 in Italia e -94 in Canada), a esclusione della Germania e della Spagna, che mostrano un indice di gradimento, seppur basso, di 35 e 6.

L’impiego di nanomateriali nell’industria alimentare sembra offrire notevoli vantaggi. Ad esempio la presenza di alcune nanoparticelle dotate di attività antimicrobica nel packaging favorisce la conservazione e la qualità degli alimenti. Tuttavia è ipotizzabile che queste nanoforme diano origine a nuovi e sconosciuti fenomeni di tossicità, spesso correlati alle loro interazioni con altre sostanze.

Con le crescenti preoccupazioni ambientali sull’uso di materie plastiche convenzionali e non rinnovabili, sono state studiate alternative come le bioplastiche e il loro impatto sull’ambiente.

Tutelare la sicurezza degli acquisti alimentari dei consumatori, in un’ottica di reale ‘one health’ e valorizzare, al contempo, i prodotti delle filiere agroalimentari attraverso la tecnologia blockchain: questi gli obiettivi di un percorso iniziato nel 2019 attraverso una sperimentazione promossa  con cui è stato possibile creare lo strumento per certificare in modo innovativo e trasparente il percorso degli alimenti e i controlli sanitari. Il provvedimento, dopo la positiva fase sperimentale, estende la tecnologia blockchain a tutte le filiere agroalimentari lombarde.