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I legami tra cambiamento climatico e sviluppo sostenibile sono forti, dice la WHO. Si prevede infatti che il fenomeno interesserà tutti anche se i paesi poveri e in via di sviluppo saranno tra quelli più colpiti e meno in grado di far fronte agli shock.  

Ogni alimento contiene in sé una carica microbica, che è determinata dalla tipologia di prodotto, dalla sua qualità originaria e dalle manipolazioni subite. In condizioni ambientali favorevoli, la carica microbica si moltiplica aumentando il rischio di provocare intossicazioni alimentari; il calore, ad alte temperature, ne consente la distruzione mentre il freddo ne impedisce la proliferazione.

Ogni anno, più di otto milioni di tonnellate di rifiuti di plastica finiscono nel mare.

Ed è del 2016 la stima che, entro il 2050, il volume di materie plastiche accumulate negli oceani sarà maggiore di quello del pesce in essi contenuto. Ma non sono quelle macroscopiche l’unico problema. 

In un mio recente intervento sulla rivista Produzione & Igiene Alimenti (n.3 - giugno 2019) segnalavo quanto grave dovesse essere considerato l’incremento nell’ambiente di microrganismi resistenti agli antibiotici e come negli ultimi anni fossero migliaia nel mondo i casi di infezioni e di morti attribuibili a infezioni non curabili con gli antibiotici.

Secondo le più recenti proiezioni, in prossimità dell’anno 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 10 miliardi di individui. Come riuscire a produrre e rendere accessibile il cibo necessario per soddisfare le esigenze di tutti questi consumatori e, soprattutto, come farlo nel rispetto delle risorse del nostro pianeta che non sono illimitate, è questione sempre più urgente. 

Con l’espressione Novel Food si intendono tutti quegli alimenti o ingredienti non consumati in maniera massiva in Europa prima del 1997, che necessitano prima di essere immessi sul mercato di un particolare processo di autorizzazione per garantire la sicurezza per i consumatori.

I biocidi sono sostanze o miscele utilizzate per distruggere, eliminare, impedire l’azione o esercitare un effetto di controllo su organismi nocivi. Questi organismi possono includere batteri, virus, funghi, alghe, insetti, acari, parassiti animali o vegetali e roditori.

Lo standard IFS FOOD versione 8 è stato recentemente pubblicato (aprile 2023), con la possibilità di condurre audit in accordo alla nuova edizione già a partire dal 1 ottobre 2023. Tuttavia, dal 1 gennaio 2024 è obbligatorio affrontare le verifiche solo nei confronti della nuova versione.

Le catene di approvvigionamento contemporanee sono estese, complesse e interconnesse, ecco perché questa è riconosciuta quale sfida chiave dal 90% dei top manager come evidenziato da Third-party risk for the audit committees, Gartner (Gartner.com, Agosto 2019).

È in vigore dal 1° febbraio 2023, la nuova versione della Normativa Volontaria pubblicata da BRCGS il 1° agosto 2022. I motivi che hanno portato all'aggiornamento sono stati dettati, in primis, dalla ricerca di un ulteriore sviluppo di una cultura della sicurezza alimentare, garantendo la completa compatibilità con i Principi Generali di Igiene Alimentare dettati dal Codex Alimentarius e quanto stabilito dalla Global Food Safety Initiative (GFSI).

Il settore della gestione degli infestanti, dalle imprese di produzione alle società di servizio più professionali e aggiornate, promuove da molto tempo strategie di tipo integrato, incoraggiando le attività di prevenzione, i programmi di monitoraggio e i sistemi di lotta orientati a una riduzione dell’impatto chimico per l’ambiente e per i fruitori dei servizi. Questo approccio, insieme all’entrata in vigore del Regolamento UE 848/2018 in materia di produzione biologica e sostenibile e con gli orientamenti dell’UE circa la riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi entro il 2030 (Green Deal), costituiscono i pilastri sui quali l’Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione (A.N.I.D.) ha ritenuto di predisporre uno specifico Documento Tecnico.