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Lo scorso 2019, anno in cui la Commissione europea e le autorità nazionali per la sicurezza alimentare hanno celebrato il 40° anniversario del RASFF, è stato un anno di importante per il sistema di allarme rapido che ha visto l’attuazione del Regolamento di esecuzione (UE) 2019/1715 della Commissione del 30 settembre 2019, che stabilisce norme per il funzionamento del sistema per il trattamento delle informazioni per i controlli ufficiali e dei suoi elementi di sistema.

La normativa comunitaria sull’origine degli alimenti, che, a fronte di vanti di origine dell’alimento, impone di comunicare la diversa origine o provenienza dell’ingrediente primario, entra in applicabilità il 1° aprile 2020 ma il tema “origine” è già oggetto di forti dibattiti anche alla luce di alcune recenti pronunce dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato

Garantire cibi sani e sicuri lungo tutta la filiera produttiva è la missione dell’Unione Europea e del nostro paese come membro, una sfida affascinante che parte da un controllo integrato che supera le logiche di approccio settoriale e verticale; un metodo che parte dalla combinazione di requisiti elevati per i prodotti alimentari e per la salute e il benessere degli animali.

Un aspetto di particolare importanza è rappresentato dalla denominazione di vendita utilizzata per la commercializzazione dell’alimento. Per quanto riguarda il termine “Salsiccia” nel nostro Paese, da sempre, è riferito ad  un prodotto trasformato a base di carne suina, perlopiù insaccato in budello naturale e che, a differenza del “Salame”, può vedere impiegati nell’impasto condimenti, additivi conservanti (nitriti) e coloranti (es. la cocciniglia consentita anche in alcuni prodotti a base di carne, insaccati e cotti).

Un nuovo parere scientifico EFSA per individuare tempestivamente eventuali focolai di influenza aviaria o anche per attestare l'assenza della malattia, consentendo la movimentazione sicura degli animali. Si raccomanda di effettuare analisi virologiche mensili su un numero massimo di 15 volatili morti.

Una relazione scientifica dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) richiama l’attenzione sul fatto che la sorveglianza sanitaria è fondamentale per prevenire l'evoluzione del virus e valuta i fattori di rischio per una potenziale pandemia influenzale e le relative misure di mitigazione.

Lo conferma l’ultimo rapporto dell'EFSA sui livelli di residui di varie sostanze presenti sia negli animali che negli alimenti di origine animale nell'Unione europea.

I paesi che hanno ridotto il consumo di antibiotici sia negli animali che negli esseri umani hanno visto una riduzione dei batteri resistenti agli antibiotici. La conferma arriva dal quarto rapporto congiunto sull'analisi integrata del consumo di agenti antimicrobici e della comparsa di resistenza antimicrobica (AMR) nei batteri provenienti da esseri umani e animali da produzione alimentare (JIACRA IV).

L’ultima valutazione del rischio effettuata dall’EFSA ha concluso che l'esposizione dei consumatori a questo contaminante tramite i cibi continua a destare timori per la salute. I riscontri attuali confermano quindi l'esito della precedente valutazione del 2009 sui rischi connessi alla presenza di arsenico inorganico negli alimenti.

La campilobatteriosi e la salmonellosi sono state le malattie zoonotiche più frequentemente riferite nell'UE nel 2022. Tuttavia il numero di casi è rimasto inferiore a quello degli anni pre-pandemici 2018-2019. Per il virus del Nilo occidentale è stato osservato un aumento del numero di infezioni.

Nelle ultime settimane sono aumentate le rilevazioni di virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) negli uccelli selvatici in Europa, anche se l'aumento è iniziato più tardi rispetto agli anni precedenti. L’EFSA segnala che ciò è probabilmente dovuto a un ritardo nella migrazione autunnale di diverse specie di uccelli acquatici.