Già da tempo i produttori di imballaggi primari, in particolare plastici, sono stati sollecitati dai propri clienti, che possiedono certificazioni di sistema come BRC ed IFS, ad adottare sistemi di gestione basati sulle GMP e comprendere quali migrazioni potrebbero realizzarsi con gli alimenti.

Le operazioni di sterilizzazione sono centrali nelle tecnologie alimentari ma rivestono una grande importanza anche per i materiali e gli oggetti destinati al contatto alimentare (MOCA) e per le tecnologie di packaging in generale. Definizioni, parametri di valutazione, teorie e tecniche di sterilizzazione, sia chimiche che fisiche, non sono infatti molto differenti quando si considera un prodotto alimentare o il suo contenitore.

 Icam è uno dei più interessanti esempi di aziende italiane che hanno intrapreso da qualche anno un percorso di trasformazione tecnologica in chiave 4.0. Siamo andati a visitare la fabbrica in provincia di Como, per toccare con mano l’innovazione al servizio della produzione di cioccolato.

In Europa esiste una precisa regolamentazione, a tutela del consumatore, nei riguardi dell’imbottigliamento dell’acqua: il Regolamento n. 1935/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio (che abroga le direttive 80/590/CEE e 89/109/CEE) e il più recente Regolamento n. 10/2011 della Commissione - entrambi riguardanti i materiali e gli oggetti in plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari. Tali regolamenti sono stati emanati con il fine specifico di proteggere il consumatore, stabilendo principi generali di sicurezza di tutti i Materiali a contatto con gli alimenti (MOCA, o FCMS dall’inglese Food Contact Materials), nonché regole precise di composizione di tali materiali. 

In occasione della Giornata della Terra, Ipsos presenta i risultati del suo sondaggio internazionale "People and Climate Change: Public attitudes to the Climate Crisis and the transition to Net Zero", condotto in 32 paesi, tra cui l'Italia.

In occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy Carlsberg Italia ha ospitato presso il Birrificio Angelo Poretti un talk istituzionale per approfondire il ruolo della filiera brassicola all’interno del sistema agroalimentare italiano. Entro il 2030, l’obiettivo è arrivare all’approvvigionamento del 30% delle materie prime da pratiche agricole rigenerative.

Si è molto parlato ultimamente della cosiddetta Vision presentata il 19 febbraio dalla Commissione europea per promuovere la fiducia e il dialogo lungo la catena agroalimentare UE. Nelle intenzioni dei proponenti la visione vuole dare sostanza allo stretto impegno tra le istituzioni competenti, gli agricoltori, gli operatori della filiera alimentare e la società civile affrontando le loro preoccupazioni e idee.

Il Consorzio Tutela Formaggio Asiago ha lanciato un'iniziativa che concretizza il suo impegno a favore della biodiversità e di scelte alimentari sempre più consapevoli siglando un accordo con JRE-Italia, l’associazione che riunisce i più qualificati rappresentanti dell’alta ristorazione.

Se ne parla poco, o almeno non abbastanza, ma esistono oggi dei validi sistemi per trasformare la CO₂ in alimenti commenstibili . A ricordarcelo è un approfondimento di Sigep Vision, l’osservatorio globale dell'industria Out-of-Home che fornisce trend e dati sul settore che ha preso in esame il rapporto tra il cambiamento climatico e la filiera alimentare.

SIGEP Vision ha pubblicato un interessante approfondimento sul tema della sostenibilità declinato in maniera specifica sul settore lattiero-caseario. L’analisi parte dal concetto di Net Zero, ovvero l’equilibrio tra le emissioni di gas serra generate e quelle compensate o ridotte, segnalando come l’industria lattiero-casearia si stia impegnando per ridurre l’impatto ambientale.

In occasione della Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare del 5 febbraio, Too Good To Go ha diffuso dati secondo cui lo spreco di cibo in Italia vale ogni anno 67 kg pro-capite (Unep) che equivarrebbe a sprecare 2,6 pasti ogni settimana. Rispetto al potere d'acquisto degli italiani: all’anno si tratta di quasi 360 euro a persona, pari a fare la spesa invano per 47 giorni all'anno.