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Secondo un sondaggio condotto da Swg per Federchimica Aisa, l’associazione nazionale delle imprese della salute animale, otto italiani su dieci non conoscono il significato di questi due termini.
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La strategia UE penalizza il settore, indicato come fortemente impattante dal punto di vista delle emissioni e del consumo di suolo.
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Lo conferma un documento scientifico redatto su richiesta del Parlamento Europeo.
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Marco Gnaccarini è Tecnologo alimentare e lavora in una slaughterhouse nel ruolo di Assicurazione Qualità. Con lui parliamo dell’influenza esercitata dall’implementazione delle pratiche per il benessere animale sul miglioramento della qualità delle carni suine.
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Diversi nuovi approcci noti con il termine di biopreservazione sfruttano la capacità di determinati ceppi di batteri lattici (LAB) e altre specie selezionate di competere nel substrato carneo con altri microrganismi (psicrofili patogeni e alteranti), cui impediscono la crescita e la sopravvivenza mediante produzione di specifici metaboliti antibatterici.
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Analogamente a tutti i comparti alimentari, anche nel settore delle carni trasformate si mostra sempre più attenzione ai profili nutrizionali degli alimenti. Una prova di ciò è che, rispetto a trent’anni fa, sia le carni che i salumi si presentano oggi più magri, con meno grassi e meno sale, di migliore qualità e maggiore valore nutrizionale; ma si sta attenti anche al contenuto di acqua, di collagene e altri elementi una volta ritenuti secondari.
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Nel cuore della Food Valley, a Langhirano, in provincia di Parma, dove nascono tutti i prodotti DOP e IGP, Gualerzi Spa ha scelto di avviare un percorso di sostenibilità.
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“Carpaccio” e “Tartare” sono generalmente prodotti carnei che troviamo sempre più spesso nei banchi espositivi dei supermercati, preimballati, e che per consuetudine vengono consumati tal quali senza ricorrere alla cottura. Essi prevedono comunque un condimento e recano spesso in etichetta l'indicazione “da consumarsi previa cottura”.
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L’ANICAV parla di una “campagna lunga e complessa” che, a chiusura della campagna 2025, si è tradotta in 5,8 milioni di tonnellate di prodotto trasformato, un leggero aumento ma meno di quanto programmato. Il problema dei prezzi e delle rese agricole.
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ISMEA ha pubblicato due esaustivi documenti con il monitoraggio di gran parte della frutta estiva e invernale del nostro Paese, con molti dati e analisi approfondite per tipologia di prodotto e zone geografiche.
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È terminata la campagna di raccolta e trasformazione del pomodoro da industria nel bacino del Nord Italia del 2025: pur ottenendo il più alto quantitativo di pomodoro complessivamente mai prodotto e un’ottima qualità della materia prima, sono insoddisfacenti le rese produttive per ettaro.

















